In Olanda Ryan Ramharak, in dolce attesa, ha deciso di iniziare una battaglia legale per essere semplicemente genitore su tutti i certificati di nascita del suo bambino.
Sposat* con David Paul Ramharak-Peters, chiederà che sui documenti non compaia la definizione di madre, parola con cui non si identifica sebbene assegnat* femmina alla nascita.

Il suo compagno Peters vuole invece essere registrato come padre e insieme hanno deciso come verranno chiamati dal figlio: “Ryan sarà baba e David sarà papà”, hanno dichiarato al NLTimes. I due sperano che in futuro tutti i genitori avranno il diritto di scegliere come vogliono essere registrati al momento della nascita. Ryan, che si identifica come persona non binaria, ha spiegato: 

“Non mi sento come la madre o il padre, ma come il genitore. La terminologia è importante, riguarda il modo in cui ti rivolgi nel mondo esterno. Ad esempio, quando vai a iscrivere tuo figlio a scuola. Quindi, è utile avere documenti che riflettano che sei il genitore”.

Ramharak ha aggiunto che spera di poter ottenere il genere X anche sul passaporto invece di dover scegliere se essere maschio o femmina: 

“Spero che la X mi aiuti in seguito a registrarmi come genitore invece che come madre”.

Nei Paesi Bassi il quattro per cento della popolazione ha un’identità di genere non-binaria, ossia non si percepisce e rappresenta né come maschio né come femmina. Ramharak ha compreso quanto sia importante la terminologia quando ha cambiato nome dopo la transizione alcuni anni fa: 

“Ho notato l’importanza di un tale certificato. Se viene registrato in modo errato dall’inizio, è piuttosto un casino”.

La coppia ha anche aperto una pagina Facebook dedicata al documentario sulla loro storia (da cui è tratta la fotografia), per il quale è stata lanciata anche una raccolta fondi:

“Il motivo per cui David Paul Ramharak-Peters ed io siamo così aperti al mondo esterno e perché stiamo facendo un documentario è per far sapere anche agli altri trans che questo è permesso, che è possibile e che va bene. E anche perché la nostra società sappia che siamo lì, senza vergogna e anche se a volte forse ne abbiamo un po ‘,  tutto questo va bene”.

NOTA: La scelta di inserire l’asterisco alla fine delle parole, in questo e in altri articoli, serve a rendere il genere neutro nel rispetto delle scelte e dell’identità di tutte quelle persone che non si riconoscono nel binarismo di genere e che hanno diritto di sentirsi rappresentate anche con l’utilizzo di un linguaggio non binario.

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