Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, la conduttrice ha raccontato un altro aspetto della malattia contro cui lotta dal 2018.
Ospite a Verissimo, Samantha de Grenet ha parlato di una battaglia affronta da anni e da cui non è ancora uscita, quella contro il tumore al seno. Al programma di Silvia Toffanin la showgirl ha raccontato il suo calvario, soffermandosi soprattutto sui risvolti psicologici della malattia, spesso meno discussi a confronto di quelli fisici.
Tutto era iniziato con la diagnosi di cancro nel 2018. Ai microfoni di Canale 5 l’ex naufraga de L’Isola dei famosi 2017 ha parlato di come ha affrontato quel momento difficile:
Io mi chiudevo in bagno a piangere, non è facile riconoscersi e accettarsi quando vedi il tuo corpo cambiare per la malattia. Ora ho imparato ad accettarlo, il mio corpo è diverso da com’era prima ma va bene: nascondo i difetti e vado avanti. Sono riuscita a fare pace con me stessa.
Dopo aver notato un nodulo la conduttrice tv si era sottoposta a ecografia e mammografia. Poi, l’intervento di quadrantectomia per rimuovere la massa, radioterapia e successiva terapia ormonale per prevenire eventuali recidive. Ma il cancro non è solo l’aspetto medico, c’è molto di più. Per esempio, la decisione su come informare i propri familiari, genitori compresi, della malattia. A proposito, ha continuato:
So di essere fortunata ad avere accanto familiari e amici che mi amano e mi aiutano in questo percorso, ma a volte mi sono nascosta per non farli soffrire: dover dire ai propri genitori che si è malati non è la migliore delle cose, io ho provato a sminuire e dire che si trattava di una malattia non grave perché i genitori non devono mai sentirsi esclusi. Ma non è una passeggiata, ci sono tanti disagi e sbalzi d’umore e non è facile convivere con queste situazioni. Si parla spesso di ciò che accade fisicamente perché è visibile, ma la parte psicologica è difficile da spiegare.
Per Samantha de Grenet anche i prossimi due anni saranno segnati dalle terapie. Il suo pensiero allora va “alle tante donne costrette ad affrontare da sole la malattia perché vengono abbandonate da chi dovrebbe sostenerle in questo difficile percorso“.
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