Sharon Verzeni, 33 anni, è stata uccisa con 4 coltellate la notte tra il 29 e 30 luglio scorsi a Terno d’Isola da Moussa Sangare, 30 anni, ora accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.

Il reo confesso non conosceva la vittima. L’ha scelta a caso, dopo una serie di violenze verso terzi e di denunce a suo carico da parte della sorella che aprono alla domanda: “Si poteva evitare?”. La risposta è quasi sempre sì. Ma il punto qui è un altro.

Ogni volta che una donna muore ammazzata ci si affretta a capire se, in qualche modo, “se l’è andata a cercare”. Si passano al setaccio situazioni opache, tra cui si annoverano abitudini che risulterebbero normali – o comunque non pregiudiziali – se adottate da un uomo. Della vittima donna i media, l’opinione pubblica e persino la politica, vogliono sempre sapere:

Come era vestita? Aveva bevuto? Qual era il suo stato psico-fisico? Che tipo di gente frequentava quando è successo il fatto? Cosa faceva in quel posto, a quell’ora? Perché era da sola? 

L’anamnesi generale – leggi vita, morte e miracoli – della vittima donna appassiona, e fa share/clic, perché giudicare la moralità di una donna è uno sport nazionale al quale la società partecipa entusiasta di comprendere se la vittima in questione sia una sventurata o una sciagurata. 

La vittima, insomma, è o non è una brava donna? Ci sono ombre nel suo passato?
Che immagine restituisce di sé sui social, se ce li ha? È una ragazza acqua e sapone, o si atteggia e assume comportamenti provocatori? 
Se ha un partner, è una compagna fedele e devota? O ha una vita promiscua e sconveniente (per una donna, s’intende).

In assenza di notizie fresche e aggiornamenti su un caso mediatico troppo “succoso” per aspettare gli sviluppi delle indagini, anche con Sharon Verzeni riviste e quotidiani nazionali autorevoli hanno titolato per tutta l’estate variazioni su questi temi:

Sharon Verzeni, i vicini di casa: «Usciva spesso tardi da sola»

Perché Sharon Verzeni è uscita così tardi e senza il fidanzato? «Quella notte è successo qualcosa»

Delitto Verzeni, Sharon è uscita a mezzanotte per incontrare un amico al bar? Il datore di lavoro: «Si era avvicinata a Scientology, ma liberamente»

Per inciso: trattasi di un’esigua selezione tra i numerosi titoli di questo registro realmente comparsi nelle ultime settimane.

Non scriveremmo mai di un uomo «Perché è uscito così tardi e senza la fidanzata?».
E non lo scriveremmo perché un uomo non deve giustificazioni, né chiedere il permesso alla partner; mentre ci si attende il contrario.
Una donna che si sottrae alla protezione di un maschio legittimo (padre, fratello, marito, fidanzato ufficiale) è ancora una femmina che osa una libertà considerata ardita, come si evince dalla pruderie consapevolmente o inconsapevolmente generata da titoli come questi.

La libertà delle donne è sempre sospetta o, con il senno di poi, ora che la vox populi può ben dire che Verzeni fa parte delle sventurate, un azzardo. C’è un monito, un intento pedagogico in chi riconosce a Verzeni e a ogni altra donna la possibilità di uscire a fare una passeggiata, salvo commentare l’orario o la solitudine: c’è un rinnovare l’invito a non uscire da un perimetro oltre il quale l’uomo legittimo non può agire la sua protezione dagli altri uomini.

Scrive la poeta Alessandra Carnaroli:

E se è vero che #notallmen (non tutti gli uomini), il problema è però sapere quali.

“Prisma. Spunti per riflettere il presente” è una rubrica nativa social a cura di Ilaria Maria Dondi, che si pone l’obiettivo di uscire dalle polarizzazioni e guardare il mondo da punti di vista diversi per riappropriarci della complessità e delle sfumature. Questo è il contenuto social originale:

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