Scambio in culla a Brescia: allatta una neonata e poi scopre che non è la sua

Per sei ore si è presa cura della bambina di un'altra mamma. Ora la coppia di neo genitori ha denunciato l'ospedale e chiede un risarcimento: "La piccola che avevo coccolato con amore e dedizione, nutrito e fatto conoscere ai parenti, non era mia figlia".

Una coppia di neo genitori ha denunciato la Fondazione Poliambulanza di Brescia, per uno scambio in culla di due neonate e ora chiede il risarcimento danni. Ad accorgersi che quella bambina non era la stessa partorita poco prima dalla moglie, è stato il papà. Così dopo averla allatta, presentata ai parenti e accudita durante le sue prime ore di vita, i due hanno scoperto che quella non era la loro figlia.

La vicenda che ora procede per vie legali, seguita dall’avvocato della coppia Maria Cristina Tramacere, risale a ottobre 2021:Ho partorito all’1.55 e sono stata in sala parto perché non erano disponibili posti letto – ha raccontato la neo mamma a Il Giornoe dovevano aspettare il tampone per il Covid 19. La mattina dopo ho chiesto della bambina e mi hanno risposto che era nel reparto di patologia neonatale e che dopo qualche ora avrei potuto vederla”.

Quando è arrivato l’esito del tampone ho domandato di poter prendere la piccola al nido e così mi hanno consegnato la mia presunta figlia. – spiega la donna – Quando mi è stata data erano presenti una dottoressa e un’infermiera. Mi hanno lasciato una culla, che riportava il nome di mia figlia. La bambina indossava gli abiti da me forniti”.

Per le ore successive, sei per la donna ma meno secondo l’ospedale, si è occupata della piccola, allattando e condividendo i primi scatti con i parenti. Ad accorgersi che qualcosa non andava è stato il marito. “La bambina a me affidata non aveva il braccialetto al polso – ha spiegato la mamma -, lo abbiamo trovato nella culla. La cosa che ci ha ulteriormente insospettito è che su di esso c’era il nome di un’altra bimba. La piccola che avevo coccolato con amore e dedizione, nutrito e fatto conoscere ai parenti, non era mia figlia”.

Medici e infermieri e ostetriche sono stati subito avvertiti e dopo debiti controlli, tra cui anche l’esame del Dna, ci si è accorti dello scambio di culla e alla coppia è stata consegnata la vera figlia. Secondo quanto si legge su Il Giorno, la Fondazione non ha smentito nulla ma dovrà rispondere in sede legale dell’accaduto. Pare inoltre che l’altra famiglia coinvolta non abbia sporto denuncia.

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