Selfie con il morto: "With me", l'app che ti permette di essere accanto a chi non c'è più
Nasce un'app, "With Me", che consentirà di avere un ultimo appiglio alle persone che amiamo e che sono morte: ecco come.
Nasce un'app, "With Me", che consentirà di avere un ultimo appiglio alle persone che amiamo e che sono morte: ecco come.
È sempre molto difficile gestire la mancanza della persona amata. C’è chi si chiude in se stesso o chi invece comincia a cogliere l’attimo, comprendendo la fugacità della vita. Ma in nessun caso possiamo riportare indietro il caro estinto, anche se ci manca tanto. O almeno in passato era così. Perché oggi basta un’app per fingere che vada tutto bene, che la persona scomparsa che amavamo tanto sia ancora con noi. L’app in questione si chiama “With Me” e presenta varie funzionalità.
Quella più immediata consente di scattare delle foto, dei selfie, con la persona defunta. Accade grazie alla ricostruzione in grafica 3D, che rimaneggia le fattezze dello scomparso, per un ultimo ricordo che non è mai avvenuto. Ma “With Me” non si ferma qui: grazie all’intelligenza artificiale, è possibile far sì che l’immagine del caro estinto interagisca con noi. Non c’è una via di mezzo sul giudizio che si può dare su quest’applicazione e si resta in bilico su un interrogativo prima di approfondire: è macabro o scalda il cuore?
L’azienda che ha creato “With Me” si chiama Elrois, viene dalla Corea del Sud e ha presentato questo nuovo prodotto al Mobile World Congress di Barcellona. In pratica, l’app provvede alla creazione di un vero e proprio avatar tridimensionale, ma per farlo ha bisogno di eseguire una scannerizzazione della persona che non c’è più. Lo scanner è una sorta di cabina fotografica 3D, in cui operano tra i 72 e i 112 obiettivi che riprendono il corpo da tutte le angolazioni. Naturalmente, questo processo può essere adattato anche alle persone sono ancora in vita, magari dei personaggi famosi: con “With Me” ci si può fare un tanto agognato selfie con Kim Kardashian, Lady Gaga o James Franco, anche senza averli mai incontrati di persona. A breve saranno infatti contattati gli agenti delle star proprio a questo scopo. Ma siamo sicuri di aver compreso le implicazioni dell’applicazione?
È un po’ difficile da immaginare se non si fa un’esperienza del genere. Quanti di noi hanno una persona cara che è venuta a mancare all’improvviso? Quanto avremmo voluto andare con questa persona in qualche luogo, ma non abbiamo fatto in tempo? Quando chi amiamo viene a mancare, uno dei pensieri ricorrenti è proprio questo: perché non ho trovato più tempo per stare con lui o con lei? Perché non ho messo da parte il lavoro o altro per ritagliarmi una mezza giornata con quel parente o quell’amico che non rivedrò mai più? E la cosa va peggio per un genitore che ha perso un figlio, che è ciò che di più innaturale possa accadere.
Viene da pensare che la realtà superi quasi la fantasia. In un episodio della seconda stagione di “Black Mirror” viene raccontata una storia molto simile a quella dell’app “With Me”. Nella puntata, si parla di Martha e Ash, sposi che vivono in campagna: mentre lei resta incinta, lui muore in un incidente d’auto. La separazione e l’elaborazione del lutto diventano per Martha ostacoli insormontabili, e su consiglio di una conoscente ricorre a un’applicazione che le permette di interagire con Ash come se fosse ancora vivo, all’inizio solo attraverso chat, poi con il telefono e infine tramite un androide appositamente programmato.
Come in ogni episodio di “Black Mirror” – che comunque vi consigliamo di vedere – resta l’amaro in bocca. È chiaro che qualunque tipo di interazione che possiamo avere con un’intelligenza artificiale non sarà mai come l’affetto che le persone usano scambiarsi. Ma, al tempo stesso, non abbiamo forse bisogno di qualunque appiglio per andare avanti, soprattutto quando non riusciamo a conciliarci con l’avvenuto lutto? È davvero tutto molto complesso, speriamo solo che “With Me” diventi un mezzo per allontanare sensi di colpa, rimpianti per non essere riusciti a fare questo o quello, o soprattutto dire a qualcuno quanto gli volevamo bene.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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