Nel 2016 una coppia omosessuale croata, regolarmente registrata, Ivo Šegota e Mladen Ković, ha iniziato una battaglia legale contro la decisione, presa dal centro per la previdenza sociale di Zagabria, di negar loro l’affido di un bambino, giustificata per l’assenza dei requisiti legali.

I due, nel settembre del 2020, sono poi diventati genitori affidatari di due bambini, di sette e cinque anni, dopo che un tribunale ha accolto le loro ragioni e la Corte costituzionale croata ha confermato la possibilità, per le coppie LGBTQ+, di essere incluse nella lista delle famiglie affidatarie, ma oggi una nuova sentenza del Tribunale amministrativo di Zagabria ha aggiunto un nuovo tassello per la loro lotta e quella di tutte le coppie omosessuali che, negli anni, si sono viste negare l’accesso al percorso di adozione nel Paese: la Corte ha emesso una sentenza che riconosce, a tutte le unioni domestiche registrate, la possibilità di essere valutate come famiglie adottive senza alcuna discriminazione, venendo di fatto equiparate alle coppie sposate e a quelle etero.

Si tratta di una decisione di portata storica, come ha affermato Daniel Martinović, presidente dell’Associazione Dugine boje, Rainbow Families Association (RFA), che ha accompagnato Ivo e Mladen fin dall’inizio della loro battaglia: “Questa decisione implica che le coppie gay e lesbiche possono sottoporsi senza timori al processo di valutazione della loro idoneità all’adozione. Mi sento davvero sollevato che questa odissea, durata così tanti anni, sia finalmente arrivata alla sua conclusione”, ha dichiarato alla Thomson Reuters Foundation.

Vale la pena sottolineare che la sentenza non è ancora passata in giudicato, e adesso la RFA auspica solo che il Ministero del Lavoro, del Sistema pensionistico, delle Famiglie e delle Politiche sociali non ricorrerà in appello; il Governo ha infatti quindici giorni di tempo per presentare un ricorso contro la sentenza, ma pare, secondo un comunicato giunto tramite posta elettronica, che non avrebbe intenzione di commentare la sentenza fino a quando questa non sarà “appellabile e definitiva”.

Se la sentenza sarà convalidata, la Croazia diventerebbe il quindicesimo Paese, tra i 27 membri della UE, a consentire l’adozione per coppie dello stesso sesso; le unioni civili nel Paese sono state legalizzate nel 2014, mentre cinque anni più tardi una legge ha esteso la possibilità di adottare a persone single e a coppie non sposate, escludendo però quelle considerate “unioni di vita”, ovvero le coppie omosessuali. Proprio questa norma è stata discussa da Ivo e Mladev.

Parliamo sicuramente di una sentenza storica, che presto potrebbe aprire le porte per le adozioni gay in Croazia e rappresentare un precedente importante per quegli Stati dove si discute ancora di questa possibilità.

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