Shani Louk, rapita e torturata in un video di Hamas. La mamma: "Ditemi dov’è"

Torturata e presa in ostaggio da Hamas durante il raid al rave, si teme per la sorte della trentenne Shani Louk, immortalata in un video mentre veniva portata via a bordo di un'auto. La madre ha lanciato un disperato appello via social per avere notizie.

La guerra fra Israele e Palestina va avanti, nonostante le tregue e gli svariati tentativi di trovare un accordo di pace, da ormai più di un secolo, ma proprio negli scorsi giorni ha subito un’improvvisa scossa, dopo gli attacchi partiti dalla striscia di Gaza ad opera di Hamas.

Il gruppo fondamentalista palestinese ha compiuto una vera e propria strage sabato 7 ottobre anche a un festival musicale, il Nova, un rave nell’area del kibbutz Reim in Israele, dove sono rimasti uccisi molti dei ragazzi presenti, senza contare quelli presi in ostaggio.

Fra loro figura anche la tatuatrice con doppio passaporto, israeliano e tedesco, Shani Louk, ripresa da alcuni video poi postati sui social mentre veniva picchiata, torturata e gettata in un furgone dalle milizie di Hamas.

Proprio i militanti dell’organizzazione integralista hanno ripreso la scena con uno smartphone, affermando poi, nella pubblicazione in rete, che si trattasse di un “soldato israeliano”. Nelle terrificanti immagini il corpo di Louk, seminudo, mostra evidentemente le gambe spezzate, mentre un uomo le sputa sulla testa gridando “Allah Akbar”.

Ed è proprio osservando il video condiviso su Internet che la famiglia della ragazza l’ha riconosciuta, grazie al tatuaggio sulla gamba e ai caratteristici dreadlocks, e sempre a mezzo social la madre di Shani, Ricarda Louk, ha lanciato un appello per ritrovare la figlia.

Mia figlia, Shani Nicole, cittadina tedesca, è stata rapita da Hamas mentre partecipava con un gruppo di turisti a una festa nel sud di Israele – dice la donna, cittadina tedesca nata a Ravensburg, ma da trent’anni residente in Israele – Mi è stato inviato un video dove l’ho potuta riconoscere, era in un’automobile, priva di coscienza, insieme a un gruppo di palestinesi, mentre attraversava le strade di Gaza.

Mostrando il passaporto, Louk chiede di avere sue notizie, ma il timore, fondato, è che la giovane tatuatrice possa essere stata uccisa, benché pochi abbiano finora deciso di sbilanciarsi apertamente sulla sua sorte. Dal ministero degli Esteri tedesco è stato fatto sapere che il dicastero, con l’ambasciata tedesca a Tel Aviv, “sono in stretto contatto con le autorità israeliane per chiarire se e in che misura i cittadini tedeschi sono stati colpiti”. Ciò che si sa al momento è che la carta di credito della ragazza sembrerebbe essere stata usata a Gaza, e che anche il suo fidanzato brasiliano risulterebbe scomparso.

Erano migliaia le persone che stavano festeggiando al Nature Party, festival di musica elettronica che si stava svolgendo a pochi chilometri dalla striscia di Gaza, area da sempre al centro del contenzioso israelo-palestinese proprio perché rivendicata dalla Palestina, e dal 2007 governata, de facto, da Hamas. Fra i giovani giunti all’evento, anche moltissimi, come Louk, con doppio passaporto, in particolare con cittadinanza americana.

Zaka, associazione di volontari paragonabile alla Croce Rossa europea, ha fatto sapere tramite un portavoce, nella serata dell’8 ottobre, di aver recuperato oltre 260 corpi. 

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