La bodybuilder She Hulk uccisa a martellate dal marito, che poi si è tolto la vita

La 43enne campionessa di bodybuilding è stata aggredita a colpi di martello dal marito, da cui voleva separarsi, che poi si è suicidato.

La bodybuilder colombiana Zunilda Hoyos Mendez, conosciuta come She Hulk, è stata assassinata dal marito, il pesista Jarrod Gelling, che si è poi tolto la vita.

Tutto è accaduto negli scorsi giorni, nella casa di Malaga che la coppia aveva affittato da circa un mese; secondo le prime ricostruzioni, la campionessa di bodybuilding, 43 anni, è stata ripetutamente colpita con un martello, prima che Gelling si togliesse la vita presumibilmente con un coltello, come riportato dalle fonti di polizia che parlano di “ferite da arma da taglio autoinflitte”.

Per queste ragioni ha preso corpo l’ipotesi dell’omicidio-suicidio, suffragata anche da voci secondo cui Hoyos Mendez sarebbe stata prossima a chiedere la separazione dal marito, sposato quattro anni fa.

I due si trovavano in Spagna dopo l’operazione al ginocchio di Gelling, ma Hoyos Mendez avrebbe raccontato ai parenti di atteggiamenti aggressivi da parte del marito e della volontà di chiedere il divorzio subito dopo una gara di bodybuiling che si sarebbe svolta in Portogallo dopo un paio di settimane. Secondo i familiari della 43enne, “Subiva abusi e voleva il divorzio”. I corpi senza vita dei due sono stati trovati attorno alle 14:00 di giovedì, dopo che la famiglia della donna non aveva ricevuto più notizie dal sabato precedente.

“Il suo corpo mostrava evidenti segni di violenza e quelli dell’uomo indicavano una morte di tipo suicida, cosa che l’autopsia dovrà confermare”, ha spiegato ai media la Polizia nazionale spagnola.

“Per mia zia era l’ultimo viaggio con lui, un addio – ha riferito alla stampa la nipote della bodybuilder, Yuleydis – Aveva deciso di divorziare a causa del suo comportamento aggressivo. Si erano già lasciati una volta ed erano stati separati per un bel po’ di tempo, ma poi erano tornati insieme per cercare di risolvere le cose, anche se i maltrattamenti continuavano”.

“Ti avevo detto che avresti potuto essere tra le prime 10 al mondo entro la fine dell’anno, e lo pensavo sul serio. Riposa in paradiso” è la commovente dedica del suo allenatore, Brandon Rey.

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