Addio a Shelley Duvall, l’indimenticabile Wendy Torrance di Shining; l’attrice americana, 75 anni, è scomparsa nella sua casa di Blanco, in Texas, a causa di complicazioni legate al diabete di cui soffriva da tempo. Ad annunciarlo pubblicamente il compagno, Dan Gilroy, cui Duvall era legata da 35 anni: “La mia cara, dolce, meravigliosa compagna di vita e amica ci ha lasciato. Troppe sofferenze ultimamente, ora è libera. Vola via, bellissima Shelley”.

Ritiratasi dal mondo del cinema appena 53enne, nel 2002, la stampa è tornata a occuparsi di lei dopo che, nel 2016, aveva rivelato di soffrire di problemi mentali, dovuti in parte anche all’esperienza traumatica subita sul set del film di Stanley Kubrick che l’ha consacrata a livello internazionale. Il regista, come da lei stessa rivelato a People nel 1981, fu talmente duro durante le riprese, definite estenuanti, da farla arrivare a “piangere 12 ore al giorno per settimane intere”.

“Sono molto malata, ho bisogno di aiuto”, aveva invece rivelato 8 anni fa nel talk show Dr Phil, affermando in quell’occasione anche di ricevere messaggi da Robin Williams, morto due anni prima. Infine, lo scorso aprile i media americani avevano fatto circolare la voce secondo cui, proprio a causa del diabete, l’attrice avrebbe avuto problemi di circolazione a un piede che ne avrebbero compromesso la mobilità, costringendola in casa o a bordo della sua Toyota.

Il ritorno sulle scene, a sorpresa, nel 2022, quando Shelley Duvall era tornata in un altro film horror, indipendente, The Forest Hills; sempre a People, in quel frangente, aveva definito il periodo di lontananza dal grande schermo ” il più lungo periodo sabbatico che mi sia mai presa”, sostenendo però di aver avuto una buona ragione per ritirarsi, ovvero il cancro alla colonna vertebrale diagnosticato al fratello.

Nata Houston, in Texas, il 7 luglio 1949, la carriera di Shelley Duvall ha preso il via negli anni ’70, dopo l’incontro con il regista Robert Altman che, colpito dalla fisicità particolare e dai grandissimi occhi, molto espressivi, la volle in pellicole come Tre Donne, per cui vinse il titolo di miglior attrice a Cannes nel 1977. Per lei anche un piccolo, ma significativo ruolo, in Io e Annie di Woody Allen, prima del film che la rese un’icona della cinematografia mondiale ma che, come da lei stessa ammesso, le costò anche moltissimo dal punto di vista emotivo e psicologico.

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