"Violentate e poi uccise": un sindaco denuncia gli stupri di guerra in Ucraina

"È un problema grave, ancora non capiamo quanto sia diffuso": il primo cittadino Ihor Sapozhko racconta della tragica situazione in cui si sono trovate molte donne ucraine e riporta alcune testimonianze.

È la pratica di guerra più antica: sin dall’antichità durante i conflitti i soldati si prendevano “donne e tesori”. Purtroppo, nemmeno il conflitto tra Russia e Ucraina si sottrae da questa logica. Sin dall’inizio degli attacchi sono stati denunciati stupri da parte delle donne ucraine abitanti delle città sotto assedio. A parlare della tragica situazione è anche il sindaco di Brovary, cittadina centrale dell’Ucraina, a un passo dalla capitale Kiev.

Già a inizio marzo il Ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, aveva dichiarato: “Quando i soldati stuprano le donne nei territori occupati, e abbiamo diversi casi, quando i soldati russi abusano delle donne nelle città ucraine, è chiaramente difficile parlare dell’efficacia della legge internazionale”.
Alla denuncia si unisce il primo cittadino di Brovary, Ihor Sapozhko, che si è trovato per le mani delle testimonianze agghiaccianti su ciò che le sue connazionali hanno vissuto.

“I soldati russi violentano le donne ucraine. Sappiamo che avviene, lo raccontano sottovoce tanti tra coloro che scappano dalle zone occupate. È un problema grave, ancora non capiamo quanto sia diffuso. Ma siamo già a conoscenza di casi specifici.”

All’inviato del Corriere della Sera, Sapozhko prosegue nel dire che spesso questi stupri non vengono nemmeno denunciati, perché le donne che li subiscono vengono subito dopo uccise violentemente:

“Dai racconti dei testimoni risulta che alcuni comandanti russi aizzano i loro soldati ad aggredire le mogli e le figlie dei nostri militari o dei volontari civili combattenti che trovano nelle case. In altri frangenti sappiamo però che hanno punito i violentatori. Ci hanno detto da più fonti che almeno in una circostanza hanno violato le nostre soldatesse catturate durante la battaglia all’aeroporto di Hostomel, nei primi giorni della guerra. Non sappiamo il loro numero, laggiù si continua a combattere. Ma le vittime non possono testimoniarlo, dopo la violenza le hanno uccise, forse impiccate o tagliate a pezzi per nascondere le prove.”

Qualche caso, però, Ihor Sapozhko può raccontarlo. Maryna è stata violentata dopo che i soldati russi hanno ucciso suo marito Oleskiy, ex segretario della municipalità; l’hanno trovata i vicini, nuda di fianco al figlio piccolo. Per una volta è stato reso noto il nome dello stupratore: Michail Romanov, ufficiale russo probabilmente giustiziato poco dopo dai soldati ucraini per i suoi crimini. Altre vicende vedono stupri essere perpetrati solo per colpa di una fotosbagliata” sul cellulare o sui social. Diverse donne sono state prese di mira dai militari russi per immagini di resistenza, di mariti e amici con fucili in mano sui propri smartphone. Il sindaco di Brovary consiglia infatti di “nascondere o distruggere cellulari, foto, articoli militari e computer”.

Alla denuncia del sindaco si unisce anche Volodymyr Andriiets, medico dell’ospedale locale. Andriiets spiega come, nonostante sia ancora poco discusso, a mano a mano che il conflitto si protrae e i territori dell’Ucraina vengono occupati, anche l’argomento degli stupri e degli abusi sessuali viene alla luce:

“Tanti tra i feriti e i loro famigliari che arrivano qui al nostro ospedale parlano degli stupri. Siamo abbastanza certi che avvengano. Però ancora non abbiamo evidenze mediche per il fatto che i testimoni diretti e le vittime sono chiusi nelle zone occupate dall’esercito russo in avanzata. Tanti uccisi vengono seppelliti tra le case in tombe di fortuna.”

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