Cos'è la sindrome di Alice nel Paese delle meraviglie e come si manifesta
Che cos'è la sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie e perché si chiama così? Si tratta, in realtà, di una patologia piuttosto inquietante
Che cos'è la sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie e perché si chiama così? Si tratta, in realtà, di una patologia piuttosto inquietante
Un gran numero di persone nel mondo sperimenta i sintomi di una particolare condizione nota come sindrome di Alice nel Paese delle meraviglie, che prende il nome dall’eroina di Lewis Carroll, la quale aumentò di dimensioni dopo aver mangiato una torta.
La sindrome di Alice nel Paese delle meraviglie influisce sul modo in cui le persone percepiscono il mondo che li circonda e può distorcere il modo in cui sperimentano il proprio corpo e lo spazio intorno a loro. Le persone che soffrono di questa patologia possono veder crescere o decrescere a dismisura gli oggetti e i volti delle persone intorno a loro, in modo piuttosto spaventoso.
Questo sintomo è solo uno dei 40 tipi di distorsioni visive caratteristiche della sindrome di Alice nel Paese delle meraviglie. Alcuni pazienti descrivono anche di aver visto diverse parti del corpo “aggiunte” alle persone di fronte a loro, come delle braccia attaccate al viso. Altri sintomi includono vedere persone o oggetti che si muovono al rallentatore o si muovono in modo innaturalmente veloce.
La patologia attacca anche l’apparato uditivo. Coloro che ne sono affetti possono sentire i propri cari parlare in modo stranamente lento oppure molto velocemente. C’è chi ipotizza che lo stesso Carroll potrebbe aver tratto ispirazione, per la storia raccontata in Alice del Paese delle meraviglie, da distorsioni percettive, forse causate da aure emicraniche. Altri hanno suggerito che Carroll potrebbe aver sofferto della sindrome di Alice nel Paese delle meraviglie scatenata da epilessia, abuso di sostanze o persino da un’infezione.
Le cause esatte della sindrome di Alice nel Paese delle meraviglie rimangono ancora avvolte nel mistero. C’è chi dice che a determinarne lo sviluppo siano particolari condizioni come ictus, tumori cerebrali, aneurismi, infezioni virali, epilessia, emicrania, malattie degli occhi e disturbi psichiatrici come depressione e schizofrenia.
“La percezione non è un processo passivo di semplice vedere, udire, sentire, gustare o annusare”, ha dichiarato il neuroscienziato e scrittore londinese Moheb Costandi, che parla della sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie nel suo libro Body Am I.
“È un processo attivo. Il cervello agisce sugli stimoli sensoriali in arrivo, sulla base delle nostre esperienze passate. Il modo in cui percepiamo le cose influenza il modo in cui agiamo e il modo in cui agiamo influenza ciò che percepiamo”. Quando la percezione di noi stessi e del mondo in cui viviamo è distorta, rischiamo di perdere il senso di noi stessi e di soffrire di spersonalizzazione. Potremmo persino finire per sperimentare il mondo stesso come irreale, un processo noto come derealizzazione.
Circa il 30% degli adolescenti riferisce esperienze lievi o transitorie della sindrome. Anche alcuni farmaci per la tosse e sostanze allucinogene illecite possono scatenarla. Nella maggior parte dei casi, come suggerisce la ricerca, la sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie tende a risolversi nel corso del tempo, tuttavia a volte i sintomi possono ripresentarsi. Sono comunque necessarie ulteriori ricerche per fare luce su questa misteriosa patologia.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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