Le milizie del sedicente Stato Islamico intendono liberare migliaia di jihadisti dal carcere di al-Hasakeh e da giovedì le forze curde sostenute dagli Usa combattono per riprenderne il controllo: all’interno sono a rischio 850 minori.

Al-Hasakeh è una città del nord-est della Siria, attualmente teatro dei violenti scontri tra le Forze democratiche siriane (Fds) a guida curda e i jihadisti, dopo la rivolta iniziata nella notte tra giovedì e venerdì da parte di questi ultimi, per liberare i loro compagni prigionieri. Nell’istituto di detenzione, infatti, sono presenti circa 3500 persone legate al gruppo estremista Isis, ritenuto “sconfitto” nel 2019.

In una sezione del carcere ci sono centinaia di minori, alcuni hanno solo 12 anni. I bambini sono rimasti all’interno del carcere in attesa di giudizio o di rimpatrio nei rispettivi Paesi che però, secondo quanto riportato dalle organizzazioni umanitarie, stanno facendo di tutto per non accoglierli.

Man mano che passa il tempo e che gli scontri si intensificano, il rischio che i bambini vengano feriti o reclutati si fa sempre più concreto. “Chiediamo l’immediato rilascio dei minori“, ha dichiarato l’UNICEF.

L’aviazione della Coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti sta sostenendo l’opera delle milizie del Pkk siriano. Alla stampa giungono notizie della resa di decine di jihadisti evasi da giovedì e le fonti sostengono che molti jihadisti fuggiti si sono confusi tra la popolazione locale, mentre altri si sarebbero nascosti in diversi edifici della città.

Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria il bilancio provvisorio degli attuali scontri conta 150 morti, 102 tra le file dell’Isis e almeno 25 tra i miliziani curdi, e 7 civili. L’Ufficio Onu per il coordinamento umanitario (OCHA) ha dichiarato alla stampa che le forze curde hanno imposto il coprifuoco in tutta la città di Hasaka, e che migliaia di abitanti colpiti dagli scontri sono fuggiti verso nord. Gli abitanti della città si trovano in condizioni umanitarie gravissime a causa dell’assenza di elettricità e delle rigide temperature invernali.

Sonia Khush, direttrice del programma Siria per Save the Children, ha commentato: “Quello che sentiamo dalla prigione di Guweiran è profondamente angosciante. Le notizie di bambini uccisi o feriti sono tragiche e oltraggiose“.

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