Sophie Kinsella racconta il tumore al cervello: "Mi sono svegliata in ospedale senza sapere perché"

La scrittrice inglese si è confidata a Verissimo raccontando gli ultimi due anni vissuti dopo la diagnosi di glioblastoma, una forma aggressiva di tumore al cervello.

In collegamento con Verissimo, la scrittrice inglese Sophie Kinsella, autrice del bestseller I love shopping, ha parlato degli ultimi due anni complicati, dopo aver ricevuto la diagnosi di glioblastoma, una forma estremamente aggressiva di tumore al cervello; la 54enne ha anche raccontato dell’esperienza nel nuovo libro, Cosa si prova.

Kinsella ha parlato degli ultimi due anni come di “un ottovolante”, aggiungendo di aver vissuto “una vita stupenda: ho scritto i miei libri, ho avuto successo, ho avuto i miei cinque figli, un marito che amo e che mi ama”.

La sua era la classica vita perfetta, fino a quando “un giorno mi sono svegliata in un letto d’ospedale senza ricordarmi assolutamente perché ero lì e avevo la testa tutta fasciata e non riuscivo a capire cosa fosse successo. Avevo avuto in realtà un’operazione molto importante con una diagnosi di tumore al cervello: mi si è ribaltata la vita, ed è questo che racconto nel libro”, che lei definisce un dramma medico, ma anche una storia d’amore.

L’amore, del resto, è stato sempre parte integrante della sua vita, soprattutto nei momenti più complicati, quando, spiega, suo marito “Ha dormito per terra in ospedale, c’era tutte le volte che avevo un appuntamento con i medici […] il segno più importante del suo amore è stata la pazienza nel raccontarmi da capo ogni giorno che avevo un tumore, perché proprio a causa del cancro, ogni giorno mi svegliavo avendo totalmente dimenticato quello che stava succedendo. Per lui è stato difficilissimo, ma con tutta la pazienza del mondo ha continuato a spiegarmi ogni giorno cosa stava accadendo, senza mai dirmi ‘ma come, non ti ricordi?'”.

“Anche se ho avuto questo shock tremendo – aggiunge – anche se mi si è appunto ribaltata la vita e ho vissuto dei momenti molto, molto difficili, sono ancora ottimista, come i personaggi dei miei libri. I protagonisti delle mie storie sono sempre pronti a trovare una via positiva per uscire dalle difficoltà: ed è quello che è successo anche a me con questa malattia. Ed è lo stesso mood che trapela dalle pagine del libro”.

Non nasconde, tuttavia, di aver attraversato anche momenti in cui ha temuto per la sua carriera: “[…] per molto tempo dopo l’operazione ho pensato che non avrei mai più scritto un libro, perché non riuscivo nemmeno a tenere in mano una penna, non riuscivo neanche a pensare bene: i miei pensieri erano sparpagliati, avevo perso la memoria”.

La riabilitazione, per lei, è stata lunga e faticosa, con una “prova finale” piuttosto particolare: dimostrare di riuscire a preparare il tè. Dopo il ritorno a casa, ammette, “non sapevo bene che cosa scrivere: ho abbozzato anche rom-com, trame di nuove commedie romantiche e allegre, poi ho scoperto che avevo una storia più importante da raccontare, una storia straordinaria, potente, importante: la mia storia. Ed è stato proprio a quel punto che ho capito che potevo ancora scrivere”.

I glioblastomi sono le neoplasie cerebrali degli adulti più comuni, e nel 70% dei casi i pazienti sono diagnosticati a un’età compresa tra 45 e 70 anni. I tumori maligni si localizzano generalmente negli emisferi cerebrali, ma possono avere sede in tutto il sistema nervoso centrale, e hanno spesso un decorso rapidamente progressivo, intorno ai 2-3 mesi. Si stima che, nonostante le terapie, a un anno dalla diagnosi sopravviva appena il 25% dei pazienti e circa il 5% a 5 anni.

Come spiegato dalla Fondazione Veronesi, il glioblastoma presenta dei tassi di recidiva molto elevati e, quando si ripresenta, è spesso resistente alle terapie. A oggi il glioblastoma viene trattato con un triplice approccio: la chirurgia per rimuovere il tumore, la chemioterapia con temozolomide e la radioterapia.

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