200 persone completamente nude sono state scelte come parte di un’installazione artistica dal vivo per attirare l’attenzione sul problema del prosciugamento del Mar Morto.

L’installazione, ideata dall’artista visionario Spencer Tunick – noto per organizzare servizi fotografici volti a evidenziare i danni ambientali prodotti dalla crisi climatica e famoso per i suoi nudi di gruppo – è stata messa a punto a seguito della chiusura della Mineral Beach sul Mar Morto, dovuta alla comparsa di gigantesche doline lungo il tratto.

I partecipanti – di età compresa tra 19 e 70 anni, e per lo più israeliani, sebbene alcuni provenissero anche da Svizzera, Gran Bretagna e America – sono stati fatti radunare in un’area desertica nelle immediate vicinanze del Mar Morto intorno alle prime ore del pomeriggio e hanno camminato con cautela sul paesaggio roccioso esattamente nella disposizione prevista da Tunick.

Potete vedere il video dell’impresa qui.

“Sono qui per aumentare la consapevolezza sulle acque del Mar Morto che si stanno ritirando”, ha detto Tunick alla BBC, “e per attirare l’attenzione sul disastro ecologico dovuto al cambiamento del clima“.

“È la dualità tra vulnerabilità e potere del corpo che mi interessa”, ha continuato l’artista. “La persona nuda è un’entità molto potente ma allo stesso vulnerabile”.

Secondo quanto riportato dalla BBC, i soggetti dell’installazione dal vivo sono stati dipinti di bianco, come fossero colonne di sale marino: un riferimento sia alle formazioni minerali che appaiono nel Mar Morto sia alla figura biblica della moglie di Lot che, secondo il libro della Genesi, fu trasformata in una colonna di sale come punizione per aver assistito alla distruzione di Sodoma da parte di Dio.

L’intenzione di Tunick è collaborare con l’amico Ari Leon Fruchter per costruire un Museo del Mar Morto. In effetti, il servizio fotografico è stato allestito proprio nel punto in cui un giorno potrebbe sorgere il museo.

Secondo quanto affermato dall CNN, Tunick spera di collegare questa installazione con le due che ha precedentemente organizzato nell’area, nel 2011 e nel 2016, che hanno visto i partecipanti in piedi nelle acque del Mar Morto o sepolti fino alla vita nel suo fango.

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