A quasi dieci giorni dall’inizio della Fase 2 dell’emergenza epidemiologica Covid-19, i dati registrati continuano a confermare una curva di contagi in sostanziale discesa. Bisognerà tuttavia attendere ancora qualche giorno, visto il periodo di incubazione del virus, per comprendere se effettivamente l’allentamento delle misure anti-contagio non abbia causato nuovi focolai.

Se i dati dovessero attestarsi ancora positivamente, la data del 1° giugno potrebbe essere quella in cui verranno concessi nuovamente gli spostamenti tra Regioni. A riferirlo è stato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha però sottolineato che sull’argomento verrà data più autonomia alle Regioni per permettere a quelle meno a rischio di ripartire prima.  Per la riapertura, tuttavia, i presidenti regionali dovranno sottostare a una serie di indicatori illustrati in un decreto del ministero della Salute: dovranno essere accertate le capacità di monitoraggio, di diagnosi (e gestione dei contatti) e di tenuta dei servizi sanitari.

Capacità di monitoraggio:

Ogni Regione dovrà essere in grado di indicare il numero di casi sintomatici notificati per mese, le relative date sull’inizio dei sintomi, e il numero di casi in cui il ricovero si è reso necessario.
Il monitoraggio riguarderà anche i Comuni in cui si sono registrati i casi. In questo modo si avrà una mappatura precisa della diffusione del virus.

Capacità di diagnosi e gestione dei contatti avuti dal paziente:

Le Regioni dovranno costantemente fornire dati riguardanti la percentuale di tamponi positivi e dovranno indicare il lasso di tempo passato tra l’inizio dei sintomi e la data della diagnosi di ogni soggetto positivo.
Le Regioni dovranno inoltre specificare chi sono le figure professionali, per ciascun servizio territoriale, impiegate nel tracciamento dei contatti avuti dal paziente positivo che saranno quindi sottoposti a quarantena e isolamento.

Capacità di tenuta dei servizi sanitari:

Le Regioni potranno riaprire solamente se nei precedenti 14 giorni avranno registrato pochi casi e un indice di contagio (Rt) basso.
Per il via libera alla riapertura si terrà anche conto della capacità delle Regioni di tenere sotto stretto controllo i nuovi focolai.

Si dovranno quindi indicare i nuovi casi di positività non associati ad altri soggetti positivi.
Ovviamente sarà indispensabile anche garantire un certo numero di posti letto disponibili nelle strutture ospedaliere,  in particolare nelle terapie intensive.  Il sistema sanitario dovrà dimostrare di essere pronto a ricevere i nuovi casi che potrebbero verificarsi con l’allentamento delle misure di contenimento.

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