Cos'è lo stalking genitoriale protagonista di una recente proposta di legge

È stata presentata in Cassazione, e prevede il rispetto della bigenitorialità, evitando le situazioni di conflitto tra i genitori separati.

Una proposta di legge che va oltre la “sindrome da alienazione parentale“, di cui la Cassazione ha evidenziato la mancanza di fondamenti scientifici e che cerca di porre fine ai contrasti tra genitori separati in nome del benessere dei figli; di iniziativa popolare, è stata presentata a Milano negli scorsi giorni e depositata presso la Cassazione dal Comitato genitori per i figli, e parla di stalking genitoriale, allo scopo di riconoscere e contrastare il “malsano comportamento atto a contrastare la frequentazione con i figli con l’altro genitore, individuando pene chiare ed efficaci – si legge nel comunicato di presentazione – La problematica è stringente in quanto numerose coppie di genitori separati spesso usano i figli come mezzi per la loro conflittualità manipolandoli nella relazione e impedendo loro, volenti per pressione psicologica o nolenti, la regolarità della frequentazione con l’altro genitore”.

La conflittualità tra genitori separati che ha ripercussioni sui figli era già stata oggetto di un articolo della riforma del Codice Civile – la riforma Cartabia – in cui si riconosceva l’enormità dei casi in cui uno dei due genitori “ostacoli il mantenimento di un rapporto equilibrato e continuativo tra il minore e l’altro genitore, o la conservazione di rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”.

Nella fattispecie, all‘art. 473 bis 6 c.p.c. si evidenzia come il giudice debba procedere senza ritardo all’ascolto del minore per “assumere informazioni sulle cause del rifiuto” di frequentare il genitore, cercando di comprendere se esistano cause fondate alla base di tale scelta – come violenze o maltrattamenti – oppure se si tratti di una manipolazione messa in atto dall’altro genitore per “distruggere” la figura dell’ex partner di fronte ai figli.

Arturo Maniaci, docente di diritto privato all’Università Statale di Milano, fra gli esperti chiamati a presentare la nuova proposta di legge di iniziativa popolare, ha parlato di “mobbing” tra genitori, spiegando come la proposta contenga ipotesi di pene severe (da 2 a 4 anni)  nel caso in cui si accerti che un genitore “interrompa senza giustificato motivo per un periodo superiore ai tre mesi la continuità della relazione del genitore non affidatario col figlio minore”. La pena massima, applicabile quando si è in presenza di gravi e ripetute violazioni di queste disposizioni, puà arrivare alla “decadenza dalla responsabilità genitoriale”.

La nuova proposta nasce dal lavoro sinergico di diverse associazioni di genitori separati, guidato da Ernesto Emanuele, allo scopo preciso di arrivare a una nuova legge sulla bigenitorialità, ovvero sulle pari responsabilità di madri e padri nell’educazione dei figli, anche in caso di separazione.

In realtà nel nostro Paese il principio di pari dignità tra i genitori in caso di separazione è stato già introdotto con la legge 54 del 2006, che ha affermato la parità di diritti e doveri nell’accudimento, nella cura e nell’educazione della prole, favorendo e incoraggiando l’affidamento condiviso; tuttavia, tali principi sono spesso disattesi nella realtà di molte famiglie, tanto che, secondo alcune statistiche europee, nel nostro Paese più del 95% delle coppie italiane separate può contare solo formalmente sull’affiudo condiviso, e l’Italia si pone sul gradino più basso di tutti i Paesi occidentali per quanto riguarda la bigenitorialità.

Adesso la proposta di legge dovrà arrivare alle 50mile firme necessarie per approdare in Parlamento; per sottoscriverla si possono chiedere informazioni all’indirizzo info@comitatogenitoriperifigli.it, mentre sul sito www.comitatogenitoriperifigli.it si può leggere anche il testo della proposta.

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