Ne avevamo già sentito vociferare con l’avvento delle palme in piazza Duomo, ma ora è tutta realtà: Starbucks arriva in Italia. Precisamente a Milano, in Piazza Cordusio, nell’ex Palazzo delle Poste. La famosa caffetteria, presente in 76 paesi, è ormai conosciuta in tutto il mondo e tra i mancanti partecipava anche l’Italia.

Martin Brok, il presidente Emea di Starbucks, ha definito Milano come “La città giusta. Giovane, creativa, internazionale. È la città che ha dato forma al nostro stesso progetto e su cui stiamo facendo investimenti multimilionari“.
Il capoluogo lombardo ospiterà infatti il format premium del gruppo Starbuck, la Roastery, sviluppata finora solo a Seattle e Shanghai. Insieme alla storica panetteria Princi occuperanno 2400 metri quadrati.

Tra la lista delle cose da fare prima dell’apertura c’è indubbiamente la recluta del personale. La multinazionale ha ricevuto 5 mila domande e i primi 500 candidati sono stati selezionati da Martin Brok in persona, con l’aiuto di Giampaolo Grossi, general manager del punto vendita di Milano. I fortunati che lavoreranno per la multinazionale statunitense saranno però solo 150, quindi sarà necessaria un’ampia scrematura, ma certo i prescelti saranno  orgogliosi di lavorare nel primo Starbucks italiano.

Sicuramente Starbucks non avrà bisogno di grandi trovate marketing. Fin dai primi giorni si prevede una lunga coda di persone in attesa del famoso bicchiere di Frappuccino con inciso il proprio nome, che per la felicità di tutti i consumatori italiani di Starbucks, ora sarà scritto nel modo corretto (o almeno speriamo).

Da settembre gustarsi tutte le specialità della caffetteria diventerà più facile e meno costoso.

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Che Starbucks sia un trend in voga tra i più giovani, o che all’estero sia un vero e proprio punto di ritrovo dove poter far colazione, merenda, chiacchierare o navigare in Internet non è una novità. Chissà però se questa ventata di aria nuova, giovane e cosmopolita diventi qualcosa di gradito anche per tutti gli italiani più tradizionalisti che non scambierebbero un caffè espresso con nessun Unicorn Frappuccino al mondo…

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