Si chiamava “Polaroid”, il mezzo busto con due uomini che si baciano, opera dello scultore Emanuele Giannelli, che per un po’ di tempo è stato posizionato davanti al volto in marmo del Cristo nell’antica Pieve romanica di San Martino ad Azzano, a Seravezza (Lucca). Fino ad ora nessuno si era lamentato né il parroco né i fedeli fino a quando è arrivata la protesta di un gruppo di visitatori che sono riusciti in poco tempo a ottenere lo spostamento della statua. A urtare la loro sensibilità potrebbe essere stato il bacio gay.

Secondo il Tirreno, la decisione di spostare “Polaroid”, con un bacio gay che avrebbe scandalizzato i visitatori, sarebbe stata presa dagli organizzatori della mostra Cibart “per evitare polemiche che avrebbero rovinato la festa”. Nessuno dei suoi parrocchiani si sarebbe lamentato, ha fatto sapere il parrocco; nessuno aveva osato criticare la scelta di mettere una statua così in chiesa.

Lo scultore, che vive a Pietrasanta, parla di “un lavoro di due o tre anni fa, dedicato al bacio come emozione primaria dell’essere umano che scaturisce tutta una serie di reazioni chimiche”. Si tratta di un bacio inteso come “gesto d’amore che viene fatto tra due persone di qualsiasi sesso”: “Non mi interessa l’0mossessualità anche se c’è logicamente” ha spiegato Giannelli. In altre parole, non voleva essere una provocazione, soprattutto se inserita all’interno di una chiesa: era un’opera con un suo significato, profondo, che parrocchiani e fedeli avevano ben accolto ma che un gruppo di visitatori sarebbe riuscito a far togliere.

“Forse abbiamo preso una decisione azzardata nel mettere quell’opera dentro la chiesa  proprio per evitare di alimentare un caso abbiamo poi deciso di metterla fuori” ha concluso il presidente di Cibart, Matteo Marchetti. Insomma, per evitare polemiche a rimetterci la “pelle” sono stati i due protagonisti della scultura, adesso spostata nel giardino della chiesa.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!