In una recente intervista a Verissimo, l’attrice Stefania Sandrelli ha raccontato di aver subito violenza sessuale dal ragazzo di una sua amica.

Un avvenimento del passato di cui, però, l’attrice ha un ricordo molto vivido e del quale fa chiaramente fatica a parlare.

“Era una violenza talmente privata che l’ho quasi accantonata. Non faceva parte, diciamo così, delle violenze da ribalta”, ha detto la Sandrelli alla conduttrice di Verissimo, Silvia Toffanin. “Era semplicemente il ragazzo di una mia amica, che mi stava aspettando assieme agli altri per portarmi a casa. Per cui, io tutto mi aspettavo meno che quello. Invece, quando mi sono accorta che faceva sul serio e che mi aveva messa all’angolo, chiaramente non ci sono stata”.

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“Non l’ho mai denunciato, non ci ho mai nemmeno pensato, soprattutto perché era il ragazzo di una mia cara amica”, conclude Sandrelli. “Poi, per questo, lei l’ha lasciato e mi dispiace di esserne stata la causa”.

Un senso di colpa chiaramente immotivato quello della Sandrelli eppure, purtroppo, molto comune nelle donne vittime di violenza: un’aggressione sessuale ha, infatti, un elevato impatto emotivo sulla persona che ne è vittima e provoca un forte stress psicologico. Le donne che subiscono violenza si percepiscono spesso più colpevoli che vittime, come se fossero loro stesse responsabili dell’accaduto per il fatto di essersi ritrovate nella situazione di subire un’aggressione sessuale. Si parla, in questo caso, di victim blaming.

Stefania racconta anche di come abbia sempre tenuto il più possibile vicino a sé la figlia Amanda – avuta dalla lunga relazione con Gino Paoli – con l’intento di proteggerla da eventuali aggressioni, pur concedendole la libertà di cui necessitava. “Amanda è sempre stata con me tranne nel periodo in cui ha studiato a Milano”, ha spiegato l’attrice. “L’ho sempre protetta, ma dandole anche una grande libertà. Perché credo che i ragazzi abbiano bisogno di libertà ma controllata”.

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