"Vado dallo psicologo tutte le settimane": l'importanza delle parole di Stefano De Martino

Al cinema il 9 giugno 2022 con Il giorno più bello di Andrea Zalone, l'ex ballerino di Amici si racconta in un'intervista al Corriere della Sera dove sottolinea l'importanza di prendersi cura della propria salute mentale: "Riesco a guardarmi da fuori, prima ero in balia delle emozioni".

Ballerino, conduttore e ora anche attore, Stefano De Martino si è raccontato a 360 gradi in una lunga intervista, dove parla della sua carriera, della sua infanzia e della sua vita privata.

Al cinema il 9 giugno 2022 con Il giorno più bello di Andrea Zalone, accanto a Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri, Violante Placido e Fiammetta Cicogna, Stefano De Martino, sulle pagine del Corriere della Sera, racconta della sua prima esperienza nel mondo del cinema e di come il suo percorso professionale sia evoluto negli anni.

L’ex di Amici di Maria De Filippi ora si sente più appagato e sicuro, anche grazie al tempo che ha deciso di dedicare alla cura di se stesso, soprattutto alla sua salute mentale, dichiarando di andare dallo psicologo tutte le settimane:

Si parla tanto di salute fisica, ci prediamo cura di noi stessi il 60-70% in più rispetto a nostri genitori. Mi sembra stupido dedicare così poco tempo alla salute mentale.

Grazie agli incontri con un terapeuta, Stefano De Martino ha “Imparato ad auto analizzarmi, a capire come funziono sotto stress. – spiega al Corriere – Riesco a guardarmi da fuori, prima ero in balia delle emozioni”. Poi ricorda che non è semplice trovare un professionista con cui instaurare subito il giusto feeling: “Vanno fatti dei tentativi, non è scontato trovare subito lo psicologo giusto”.

Durante l’intervista le domande toccano anche la vita sentimentale dell’attore e il suo ritrovato amore con Belen Rodriguez, sua ex moglie e madre di suo figlio Santiago. E grazie alla terapia anche il rapporto con la conduttrice de Le Iene è diverso, più consapevole e maturo:

I problemi che ho avuto tra i 20-25 anni li hanno tutti i ventenni: si fa fatica ad avere un’identità ben precisa. Quando sei con un riflettore sempre puntato addosso, la mancanza di consapevolezza emerge. Oggi mi riconoscono grazie al mio lavoro ed è più appagante per me, mentre la cosa difficile dell’essere noti da giovani è che tutti ti conoscono quando non sei pronto: non sai neanche tu chi sei.

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