Un uomo di 33 anni è stato arrestato a Roma con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia che non aveva ancora compiuto due anni. Le violenze sono sempre avvenute tra le mura di casa e venivano poi filmate dall’uomo con il suo cellulare, che provvedeva poi a inviarle a una comunità online internazionale di pedofili.

Oltre all’accusa di stupro, gli vengono contestate anche la detenzione, produzione e cessione di materiale pedopornografico, oltre all’adescamento sessuale di un minorenne, un 15enne, che stava tentando di circuire.

Gli investigatori della Polizia Postale erano al lavoro da tempo, ma inizialmente non avevano una precisa pista da seguire. Tutto era partito infatti da alcuni file illeciti presenti online e un nickname, utilizzato proprio dall’indagato. Determinante è stato quindi il supporto della tecnologia per poter arrivare all’uomo e fermare gli abusi che lui ha continuato a commettere ai danni della figlia.

Gli inquirenti sono poi riusciti a sfruttare un innovativo strumento informatico, che ha permesso di risalire all’uomo e successivamente capire che si trattava del papà della bambina. Questo ha portato a individuare l’adescamento che lui stava compiendo nei confronti di un 15enne, oltre ai vari account che lui utilizzava online per trovare altre vittime.

Tutti i video erano poi condivisi (a pagamento) con una rete internazionale di pedofili, a cui lui aveva parlato chiaramente del suo legame con la bambina. “Sono il papà” – ha detto in più occasioni. La mamma era invece completamente all’oscuro, ma ora potrà contare insieme alla figlia sul supporto psicologico che verrà fornito loro dagli inquirenti.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!