Che sia un personaggio controverso, provocatore, e che possa suscitare antipatie o simpatie è innegabile, e per carità, del resto il mondo è bello perché è vario; ma, nell’epoca in cui viviamo, abbiamo capito che dalla critica al personaggio “pubblico” all’insulto, gratuito e pesante, alla persona il passo è decisamente troppo breve, e Platinette non fa ovviamente eccezione, finendo con l’essere catapultato nel limbo dei tanti che hanno incontrato, sulla propria strada, quelli che oggi si definiscono haters. Gli “odiatori di professione”, potremmo definirli, quelli che a suon di offese e ingiurie a persone di cui fondamentalmente conoscono solo la faccia pubblica, appunto, ossia professionale, puntano a guadagnare prestigio virtuale sui social, che si traduce banalmente in molti like o molti commenti a post intrisi di discriminazione, sessismo, cattiveria, ignoranza.

Sono quelli che spesso vengono indicati dal poco lusinghiero appellativo di “leoni da tastiera”, perché di coraggio, nelle loro azioni deprecabili che mirano a distruggere chi inspiegabilmente diventa oggetto del loro rancore, ce n’è davvero poco. Tanto che molti, messi di fronte non solo all’evidenza della propria condotta assurda, ma addirittura al soggetto di tanto livore ingiustificato, spesso non vanno più in là di un imbarazzato balbettio, trasformandosi istantaneamente in persone piccole, spaurite. Impaurite.

Dopo Emma, che ha voluto confrontarsi con l’uomo che sui social la chiamava “cagna”, la Iena Mary Sarnataro ha messo di fronte un altro personaggio dello spettacolo con il suo “bullo virtuale”; Mauro Coruzzi appunto, ai più noto come Platinette, un uomo dotato di tanta intelligenza e autoironia da aver fatto di quello che più evidentemente poteva essere il bersaglio preferito dei suoi detrattori – la sessualità – il proprio punto di forza, il motivo per cui è diventato un volto, e un nome, conosciuti.

Che piacciano lui, il suo personaggio, le sue idee, il suo modo di esibirle in televisione, è una questione soggettiva, e per fortuna, sottolineiamo, esiste la libertà di avere opinioni tanto eterogenee e variegate da non doversi uniformare obbligatoriamente a un gusto, o a una direzione; ma da qui ad accettare espressioni che vanno, nella migliore delle ipotesi, al “frocio”, fino al terribile “invito a suicidarsi” ce ne passa eccome.

Fonte: web

Messo faccia a faccia dalle Iene con l’uomo (un ragazzo che come Mauro si traveste, ma ama essere definito “trasformista” piuttosto che drag queen)  che a lungo su Facebook l’ha appellato come “parassita” e l’ha invitato appunto a “suicidarsi”, Platinette ha la saggezza di fargli notare la potenziale pericolosità delle sue frasi, e di chiedere il motivo dell’ingiustificata aggressività, evidenziando come un atteggiamento del genere, di odio e intolleranza, potrebbe diventare ipoteticamente letale per chi ha un carattere più debole e remissivo, e fatica ad accettarsi. Oltre al fatto, non meno rilevante, di ricordargli che quelle affermazioni possano essere indicate, senza esagerare, come una vera e propria “istigazione al suicidio”.

Ci sono ragazzi che con la metà dei nostri anni – dice Platinette – di fronte a un’offesa anche minore, hanno fatto dei passi… lo sai di che genere“.

L’hater si discolpa, spiega che a scrivere quelle frasi sono stati degli amici che hanno avuto accesso al suo profilo Facebook, ma Platinette e la Iena Mary gli fanno notare che, anche ammettendo che davvero così stiano le cose, lui non ha nemmeno tentato di rimuovere i post, presumibilmente scritti da altri.

Certo, Platinette ha le spalle larghe, nella sua carriera, cominciata nelle vesti che poi l’hanno resa nota circa vent’anni fa, sul palco del Maurizio Costanzo Show, di haters, virtuali o no, ne ha incontrati parecchi; quello che le ha fatto più male, come lei stessa ammette ai microfoni delle Iene, è però chi gli ha chiesto, sardonicamente, come avesse potuto ingravidare una donna. Il riferimento è a un episodio raccontato dallo stesso Mauro/Platinette nel libro autobiografico Tutto di me, alla trasmissione di Tv8 The Real e riportato anche sulle pagine del Messaggero: “Quando avevo 17 anni, ad un passo dagli esami di maturità, la mia ragazza di allora è rimasta incinta“. La decisione, difficilissima, fu di interrompere la gravidanza, scelta che ancora oggi, ovviamente, Platinette non ha dimenticato.

In quel periodo in Italia non esisteva ancora una legge che regolamentasse l’interruzione di gravidanza. Eravamo due coppie e ogni tanto si usciva dal cosiddetto campo della normalità. Io e quest’altro ragazzo avevamo due fidanzate, che però non sapevano che anche tra di noi c’era una storia. Non era la doppiezza, ma l’indecisione di non sapere cosa stavi diventando. Nell’incidente di percorso ci fu questa gravidanza e decidemmo di non affrontarla: avrebbe scombinato la nostra vita“.

Quel figlio oggi avrebbe 42 anni, ma Platinette non sembra pentita della decisione presa tanto tempo fa. “Si sarebbero ritrovato un padre che esce vestito come una battona di quinta categoria. Io ho un’esistenza molto faticosa: sono un borderline. Non avendo una particolare inclinazione alla socievolezza, essendo un animale molto individualista e non capace di comunicare, non vorrei diventare un modello per nessuno“. Però non nega, davanti alle telecamere di Italia Uno, che sentirsi chiedere “Come hai fatto a mettere incinta una donna?” lo abbia spiazzato, ferendolo profondamente.

Dopo tutto, anche dietro i lustrini e le parrucche da diva di Las Vegas si possono nascondere il dolore e la vulnerabilità. Anzi, forse la maschera della drag queen eccessiva ed esagerata serve proprio a celare la forza che, necessariamente, Platinette ha dovuto imparare ad avere in questi anni, dove di haters, ancor prima di Facebook, ne ha incontrati tanti.

 

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