A partire dal 1° gennaio in tutta la Confederazione non saranno più necessarie terapie con ormoni, diagnosi mediche o ulteriori valutazioni: sarà sufficiente la volontà dell'individuo.
Dopo l’entrata in vigore del matrimonio egualitario, la Svizzera compie un altro passo avanti in materia di riconoscimento dei diritti. Dal 1° gennaio, infatti, entreranno in vigore delle procedure più veloci per tutte quelle persone che desiderano cambiare sesso. Chiunque vorrà farlo dovrà semplicemente presentarsi all’ufficio anagrafe del Comune, senza doversi sottoporre prima a terapie ormonali, diagnosi mediche o ulteriori valutazioni e procedure burocratiche.
Come riporta La Repubblica, sarà sufficiente pagare 75 franchi (poco più di 70 euro), mentre per chi ha meno di sedici anni ci sarà bisogno anche del consenso informato dei genitori. Una svolta importantissima della Confederazione che si aggiunge a quei Paesi come Irlanda, Belgio, Portogallo e Norvegia, all’avanguardia nell’ambito del movimento europeo per l’auto identificazione di genere, dove è concesso ad una persona di cambiare legalmente il proprio genere con una semplice autocertificazione.
Come riporta Reuters, inoltre, tra i Paesi più avanguardisti c’è anche la Spagna, che proprio nel 2021 ha approvato un progetto di legge che consente a chiunque abbia più di quattordici anni di cambiare sesso legalmente senza una diagnosi medica o una terapia ormonale.
“È una legge rivolta a tutti coloro che hanno la convinzione intima di non appartenere al sesso con cui sono stati iscritti all’ufficio dello stato civile”, ha dichiarato – come riporta sempre Repubblica – un portavoce del governo. “Abbiamo optato per una procedura semplice e rapida per agevolare tutti”.
Al momento, l’iter è stato approvato a pieni voti e soltanto l’UDC, ovvero il partito della destra sovranista, ha votato contro. Inoltre, anche se sarà possibile cambiare il proprio genere, è stata mantenuta la struttura binaria del sesso (maschile/femminile) e per il momento non è stata istituita una terza opzione non-binary, (com’è invece nel caso della Germania, che nel 2018 è diventata il primo governo europeo a introdurre una terza opzione di genere).
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