Mestruare non è un lusso: come acquistare assorbenti senza IVA fino a fine 2021

Pandemia e vaccini a parte, la discriminazione femminile resta un tema caldo. A tratti inflazionato ma non proprio superato. Parliamo quindi di Tampon Tax con Onde Rosa - il collettivo femminile che in Italia ha lanciato la petizione "Il ciclo non è un lusso" - e della nuova iniziativa di Nuvenia che rimborsa l'iva sugli assorbenti.

Non è facile parlare di donne e discriminazione senza rischiare di essere fraintesi o peggio banali. Discriminazione: parola “valigia” che porta con sé tanti significati quanti sono i luoghi dove viene pronunciata. Tuttavia da questo bacino semantico traggono origine fenomeni dalle molteplici declinazioni discriminatorie che fanno parte della nostra normalità, abitata spesso con stanchezza e indifferenza.

Come la Tampon Tax (con cui viene indicata l’iva applicata su assorbenti, tamponi e coppette mestruali), uno dei tanti svantaggi femminili che abbiamo normalizzato. E che qui proviamo a leggere come epifenomeno di una matrice discriminatoria più grande.

Il ciclo non è un lusso!

Ci provano un po’ tutti a metterla in un angolo la battaglia contro la Tampon Tax. E non sembra neanche essere una cosa particolarmente difficile perché a quanto pare quasi mai rappresenta una vera priorità per la classe politica (avevamo parlato dei paesi che hanno abolito la Tampon Tax).

In Italia, la battaglia l’aveva combattuta nel lontano 2016 il deputato di Possibile Pippo Civati, che insieme alla collega, Beatrice Brignone, aveva depositato in Parlamento una proposta di legge per la riduzione dell’aliquota sugli assorbenti igienici dal 22 al 4%, poi finita nel calderone delle questioni irrisolte.

Qualche anno dopo a contribuire a portare nel dibattito pubblico la questione Tampon Tax è stata anche una petizione promossa da Onde Rosa“, un collettivo di giovani attiviste nato in Lombardia nel 2018. A fine 2018 il gruppo ha lanciato una petizione dal titolo “Il ciclo non è un lusso – Stop Tampon Tax” che ad oggi conta oltre 635 mila firme.

Oltre al successo di partecipazione, la raccolta firme ha creato una vera e propria reazione a catena nel nostro Paese: nel giro di pochi mesi a intraprendere battaglie contro la Tampon tax sono stati in primis gli amministratori locali. La battaglia è arrivata nei consigli comunali tramite singole mozioni che hanno impegnato le amministrazioni a intraprendere azione concrete per ridurre l’IVA sugli assorbenti dal 22% al 4%.

“Facciamo attivismo ma facciamo anche politica – spiegano le ragazze di Onde Rosae quella della Tampon Tax è una lotta politica di giustizia ed equità sociale. Il nostro obiettivo è coinvolgere sempre più ragazze oggi, per avere una classe dirigente davvero paritaria domani. In questi anni abbiamo fatto tanto, adesso è il momento della Politica, la con la P maiuscola: serve un impegno serio sulla questione Tampon Tax perché questa è, oggi più che mai, una battaglia non solo politica, non solo economica, ma soprattutto culturale”.

Gli assorbenti sono beni primari, devono dunque essere tassati come tali. E se fossero gli uomini ad avere le mestruazioni? Gli assorbenti sarebbero tassati come beni di lusso? Sono tutte domande che è bene porsi non per creare ulteriori spaccature ma per coltivare un terreno che va verso la raccolta di potenziali frutti.

L’iniziativa di Nuvenia “assorbe” l’iva e la ricerca Essity

Il dibattito sulla Tampon Tax ci dà la possibilità di emanciparci come società senza accettare inutili compromessi. In questa prospettiva vale la pena segnalare l’iniziativa del brand Nuvenia “L’IVA la assorbiamo noi”, valida dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2021. Nei supermercati, farmacie, parafarmacie e negozi specializzati, le donne che acquisteranno assorbenti Nuvenia potranno richiedere il rimborso dell’IVA per ogni prodotto acquistato, regolamento e dettagli su qui

Un piccolo passo verso un futuro più illuminato dove maschile e femminile, intesi non solo come generi bensì come elementi universali presenti in ogni essere vivente, possano trovare una nuova armonia. Dobbiamo creare un linguaggio nuovo per parlare di genere, di donne e soprattutto di femminile, da ogni punto di vista.

A dimostrare che non si tratta di un tema affatto banale, i risultati di una recente ricerca svolta dall’Istituto Astra Ricerche e Essity, azienda leader nei settori dell’igiene e della salute con diversi brand (tra cui  la sopra citata Nuvenia) che ha analizzato un campione di oltre 1000 italiani (donne e uomini tra i 15 e i 65 anni), ha rilevato che la questione sulla Tampon Tax è infatti nota a 6 italiani su 7.

Il dato più rilevante della ricerca riguarda l’85% degli italiani che si dichiara a favore della riduzione dell’IVA sugli assorbenti: di questi, il 72% è totalmente favorevole (78% per le donne, 64% per gli uomini, crescente con l’età dal 64% dei 15-24enni al 77% dei 55-65enni), senza rilevanti differenze per area geografica; a essere contrario è solo il 6% (con il 3% totalmente contrario).

Tra i motivi spontaneamente indicati a favore della proposta, il fatto che si tratti di beni primari/essenziali/non di lusso (secondo il 91%, con gli uomini all’85%), che tassare beni necessari al pari di quelli di lusso “è insopportabile” (secondo l’88%, con gli uomini all’82%), che limiterebbe la spesa sostenuta dalle donne (e dalle famiglie nella loro interezza), e, infine, perché la Tampon Tax è considerata una vera discriminazione nei confronti di tutte le donne (secondo il 10%).

A confermare questa tendenza, anche il fatto per cui – secondo gli intervistati – altri Paesi europei hanno già attuato riduzioni simili, mentre l’Italia no: dunque, si tratta di una tassa che “rimarca la disparità di genere uomo-donna”.

Ecco perché secondo l’83% degli intervistati la riduzione dell’IVA sugli assorbenti femminili è considerata una questione di giustizia e di civiltà, utile a rendere l’Italia un paese più moderno e civile (secondo l’81%). È forte, infatti, la richiesta di detassazione che includa non solo gli assorbenti compostabili e biodegradabili, ma tutti i prodotti igienici femminili (secondo l’80%).

Gender gap: il raggiungimento della parità di genere si allontana dopo la pandemia

Secondo l’ultimo Global Gender Gap report stilato dal World Economic Forum, un’altra generazione di donne dovrà aspettare prima che il mondo raggiunga la parità di genere – poiché l’impatto della pandemia di COVID-19 ha decisamente rallentato questa corsa verso l’uguaglianza. Ci vorranno ora 135,6 anni, rispetto ai 99,5 anni ipotizzati solo dal rapporto precedente. Un motivo in più per sbrigarci a raggiungere questo risultato anche attraverso piccoli passi come l’eliminazione di una misura ingiusta come la Tampon Tax.

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