"Mi frustavano. Non sentivo più il mio corpo": la testimonianza di Giulia Schiff contro il nonnismo dell'Aeronautica

L'ex pilota, durante il processo nel Tribunale di Latina, denuncia le violenze subite dopo l’ottenimento del brevetto di volo: "Doveva essere il giorno più bello della mia vita ma non lo è stato, è soltanto un brutto ricordo".

Ieri, lunedì 20 marzo 2023, la 24enne Giulia Schiff ha raggiunto l’Aula del tribunale di Latina per testimoniare davanti al giudice monocratico Laura Morselli. L’ex pilota ha denunciato episodi di mobbing e nonnismo subiti durante il “rito iniziatico” all’interno del 70esimo Stormo dell’Aeronautica pontina.

I fatti risalgono all’aprile del 2018, quando la giovane allieva riporta per la prima volta la realtà agghiacciante nascosta dietro il “battesimo del volo”: un passaggio fondamentale che avrebbe dovuto coronare l’ottenimento del brevetto e invece è stato trasformato in un incubo.

La voce di Giulia Schiff racconta in Aula tutta la tragicità dell’evento: “Una volta atterrata venni presa per essere buttata in piscina ed iniziai ad essere frustrata con dei rami di alloro. Le frustate erano dolorose, mi facevano male”. Le dichiarazioni sono accompagnate da un video di 7 minuti in cui si vede la giovane militare trasportata dai colleghi che la frustano ripetutamente fino a gettarla in acqua.

La pilota nei giorni seguenti afferma di aver riportato numerose lesioni e dopo la trasmissione del video dichiara:

Avevo la sensazione di non riuscire a respirare. Le chiazze delle ferite sono rimaste per giorni e ho avuto dolori alla schiena. Non ero più padrona del mio corpo, doveva essere il giorno più bello della mia vita ma non lo è stato, è soltanto un brutto ricordo che cancellerei volentieri.

Giulia Schiff, oltre alla testimonianza in merito alle violenze fisiche e psicologiche subite dai compagni, descrive il processo come:

Un’esperienza impegnativa, ma ho avuto anni per prepararmi a questo giorno e ho rivissuto questi momenti con lucidità. Penso di aver superato tutto questo e mi sono rifatta una vita.

Mesi fa la giovane militare, in un’intervista rilasciata a La Stampa, dice di “essere pronta a morire per l’Ucraina”. Proprio sul campo di battaglia ha conosciuto Victor, un ex combattente, che ha sposato dopo aver abbandonato il combattimento e con cui ha fondato un’associazione di volontariato a supporto dei militari.

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