"Non farò il passaporto italiano ai miei figli": le ragioni di Tiziano Ferro

Quello del cantante di Latina, che da anni vive a Los Angeles, è un gesto d'amore nei confronti del marito, Victor Allen,  il quale non potrebbe risultare sul documento. Ma è anche una misura per salvaguardare Margherita e Andres.

Tiziano Ferro ha deciso di non fare il passaporto italiano ai suoi figli, almeno per il momento. Quello del cantante di Latina, che da anni vive a Los Angeles, è un gesto d’amore nei confronti del marito, Victor Allen,  il quale non potrebbe risultare sul documento. Inoltre, Margherita e Andres “avrebbero solo svantaggi“, come ha dichiarato nell’intervista a Rolling Stones.

Al giornale ha spiegato i problemi burocratici e legali che le coppie omogenitoriali con figli devono affrontare in Italia:

Oggi, se voglio far entrare i miei figli in Italia, so che avrebbero diritto a metà del presidio genitoriale, anche se ci sono due persone che possono prendersi cura di loro. Se stanno male, solo io posso andare al pronto soccorso perché mio marito Victor Allen non risulta sul passaporto, il che è una cosa aberrante. Al di là dell’essere d’accordo o meno, della morale, di un senso di colpa costruito a tavolino, ho sempre pensato che i miei diritti non tolgono nulla a quelli degli altri. Quando poi questa cosa prende una faccia, che è quella dei tuoi bimbi, è allora che ti ferisce. Per questo non gli ho ancora fatto il passaporto italiano anche se ne hanno diritto. Forse lo farò più avanti, o lo faranno loro. Tanto a farli entrare col passaporto italiano avrebbero solo svantaggi, mentre da americani son tranquillo. So che, se vengo in tour, Victor può prendersi cura di loro… È una cosa che può sembrare stupida, e invece mi fa soffrire da morire.

Tiziano Ferro nel 2019 aveva iniziato un lungo percorso per avere Margherita e Andres. “Non è certo stata una passeggiata. Non ti spiego per quale strada, ma la verità è che qualunque strada è faticosa“, ha raccontato, prima di esprimere il suo pensiero in vista delle elezioni del 25 settembre:

Voto, ho sempre votato, anche cose discretamente diverse. Solo che sento, da artista, di non dovermi schierare. Salvo che sui diritti, perché è una questione civile, non di partito.

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