Tori Bowie, campionessa olimpica di atletica di 32 anni incinta all’ottavo mese, è morta lo scorso 23 aprile nella sua casa in Florida. Ora, a far luce sulle cause del decesso della velocista è arrivato il referto dell’autopsia, che ha stabilito che la giovane è morta durante il parto, per delle complicazioni dovute alle doglie.

Il corpo di Bowie è stato scoperto nella sua abitazione, dove viveva da sola, solo giorni dopo: a ritrovare la salma gli agenti dello sceriffo, mentre il rapporto forense del medico legale di Orange County, così come riporta Usa Today, ha stabilito che a stroncare la 32enne è stata l’eclampsia, una sindrome convulsiva simile a quella epilettica, provocata da un improvviso aumento della pressione.

Dalla relazione, inoltre, emerge anche che il feto era ben sviluppato, e che il decesso è avvenuto nell’ultima fase della gestazione. Le autorità locali hanno comunicato che la campionessa non aveva contatti da settimane con familiari o amici, e che era sola al momento della morte.

Abbandonata in un orfanotrofio del Mississippi, Tori Bowie venne accolta dalla nonna nella sua fattoria. Dopo un’infanzia passata a giocare a basket, si è dedicata all’atletica leggera: terza sui 100 metri ai Mondiali di Pechino del 2015, argento nei 100 metri, bronzo nei 200 e oro nella staffetta 4×100 alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.

Poi la vittoria nei 100 metri ai Mondiali di Londra e la consacrazione con i record personali, ancora ai primi posti delle liste all time. Infine, a giugno 2022, dopo un quinto posto nei 200 metri in una gara in Florida, si era allontanata dal mondo dello sport e dai riflettori.

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