Traffico d'organi: il dramma dei bambini e dei profughi scomparsi nel nulla

Sono atroci le testimonianze che stanno facendo emergere il dramma dei bambini siriani e dei profughi cui vengono espiantati gli organi da rivendere ai paesi più potenti sul mercato nero. Un business terribile, ma incredibilmente fruttuoso dai numeri agghiaccianti.

Quello che per molti nasce come il viaggio della speranza rischia di trasformarsi nel peggiore degli incubi e di diventare un viaggio senza ritorno: quello del traffico d’organi.

Mentre l’Europa continua a discutere, e a dividersi, sul tema caldissimo dell’immigrazione, tra soluzioni per arginare gli sbarchi in massa e ridurre il numero di clandestini e proposte per sveltire i tempi di riconoscimento dello status di rifugiato (attualmente regolato dal Regolamento di Dublino 343/2003), ciò che di terribile avviene nei paesi di partenza dei profughi o sui barconi nei quali viaggiano ammassati come greggi è qualcosa che sfugge probabilmente non alla conoscenza dei potenti che governano la terra, ma di sicuro all’opinione pubblica.

O meglio che sfuggiva fino a poco tempo, dato che solo recentemente l’atroce verità sta venendo lentamente a galla, sebbene il tema fosse noto da tempo. Arrivano testimonianze fotografiche di  corpi di adulti e bambini, solcati lungo tutto il torso da cuciture improvvisate, letteralmente aperti per prelevarne un rene o altri organi, e ricuciti in modo improbabile senza curarsi della loro sopravvivenza o meno. Reni, fegati, cornee e cuori estratti da persone più o meno anestetizzate e inconsapevoli di quanto stanno subendo o uccise, spesso inconsapevoli, da rivendere sul mercato nero degli organi per i cittadini dei Paesi più ricchi, come Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita.

I cadaveri dei bambini ricuciti

Immagini con volti censurati dal filmato di Kalsan TV

L’immagine che segue risalirebbe all’aprile 2016, quando Africanglobe.net ha riferito del ritrovamento, nei pressi di Alessandria d’Egitto, dei cadaveri mutilati di nove cittadini somali. Le immagini raccapriccianti sono state diffuse in un filmato apparso prima su Kalsan TV, canale televisivo satellitare in lingua somala.

C’è chi parla di bufala, chi semplifica in “perché avrebbero dovuto ricucirli se fosse vero?” – a questa domanda potrebbe rispondere la lettera pubblicata dall’Avvenire con la testimonianza di un medico italiano che proponiamo di seguito -, ma anche se queste foto fossero una bufala il dramma non è meno reale e sta mietendo vittime tra adulti e bambini nell’assoluto silenzio del mondo.

Stando alle testimonianze, le bande criminali del Nord Africa coinvolte nel traffico illegale di esseri umani agiscono rapendo migranti che hanno parenti che vivono in Europa o negli Stati Uniti, cui viene chiesto il pagamento di un riscatto, si parla anche di cifre di 30 a 60 mila, a fronte della minaccia di espiantare gli organi ai loro cari. Tra le altre cose, secondo alcune testimonianza, anche a riscatto avvenuto non è detto che faccia seguito il mantenimento della promessa di salvezza degli ostaggi. Come spiega Vice, già dal 2009 il presidente dell’agenzia Habeshia, don Mussie Zerai, raccoglie le testimonianze dei migranti arrivati in Italia passando attraverso Paesi in cui agiscono i trafficanti, come il Sinai, al confine tra Egitto e Israele (dove sono stati trovati molti cadaveri di profughi del Sudan, dell’Etiopia e dell’Eritrea), ma anche la Libia territorio, quest’ultimo, dove il traffico si è spostato dopo le prime denunce arrivate al governo de Il Cairo nel 2011. Il tutto avviene, naturalmente, con la complicità di medici conniventi che, racconta Zerai, nei camper attrezzano veri e propri ambulatori di fortuna dove operava sulle povere vittime.

Il giro di soldi che gravita attorno al commercio illegale di organi è, come si può immaginare, terribilmente imponente.

Le cifre e i numeri del traffico di organi

Secondo quanto riportato da Repubblica, il business del commercio di organi espiantati ai profughi è di circa 1,4 miliardi di dollari l’anno; tali terribili dati giungono da un rapporto, che sarà presto reso pubblico, della Global Financial Integrity, la fondazione, di base a Washington, considerata uno dei massimi centri mondiali di analisi sui flussi finanziari illeciti. Secondo le stime del gruppo, addirittura il 10% dei circa 118.000 trapianti praticati ogni anno in tutto il mondo è illegale; ciò significa, in media, 12.000 trapianti che fruttano al mercato nero e alle organizzazioni criminali internazionali la cifra record detta poc’anzi. Un rene, tanto per fare un esempio, varrebbe dai 2 mila fino agli 11 mila dollari.

Fonte: Repubblica

Ma ecco le testimonianze dirette di chi questa barbarie l’ha vissuta in prima persona, da vittima o da carnefice.

La testimonianza di Atta Wehabrebi

Una delle prime segnalazioni sul traffico di organi dei profughi è stata fatta da Nouredin Atta Weahbrebi, ex trafficante uomini eritreo, divenuto il primo pentito sul commercio di organi, alle Squadre Mobili di Palermo e Agrigento.

queste persone che non possono pagare (profughi che non hanno modo di pagare i viaggi in mare, ndr) vengono consegnate a degli egiziani per una somma di circa 15.000 dollari. In particolare questi egiziani sono attrezzati per espiantare gli organi e trasportarli in borse termiche.

Grazie alla sua testimonianza lo scorso anno 38 persone sono finite in manette, con vari capi d’accusa tra cui associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria, e associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tutti aggravati dal carattere transnazionale dell’organizzazione criminale. Tantissimi anche i finti matrimoni organizzati per raggiungere l’Europa, dietro il pagamento di una somma oscillante tra i 10 mila e i 15 mila euro.

La testimonianza del medico italiano Paolo Calgaro

Fonte: web

Un’altra importante testimonianza è giunta da questo medico, operante presso il pronto soccorso dell’Ospedale di San Carlo Borromeo di Milano, il quale ha scritto una lettera a L’Avvenire, dopo aver vissuto in prima persona l’esperienza di un migrante a cui era stato espiantato, a sua insaputa, un organo, un sudanese mandato da un’associazione che si occupa dell’accoglienza dei transitanti.

Ecco un estratto:

Sospettavano avesse una polmonite – ha scritto il medico– e l’hanno mandato in ospedale. Al momento della visita medica scopro una cicatrice sul fianco sinistro di cui gli chiedo conto. Ascolto, con sbigottimento e sdegno, la storia che mi racconta. Questo povero uomo, tenuto segregato in Libia dai trafficanti mi ha raccontato che circa 16 mesi fa è stato condotto in un isolato ambulatorio per eseguire prelievi ematici. Ma si è svegliato due giorni dopo con quella dolorosa ferita chirurgica sul fianco e la spiegazione che gli era stato prelevato, senza alcun consenso, il rene sinistro per darlo a un amico del padrone. Incredulo, ho chiesto un esame radiologico, che ha confermato tutto. […] vorrei che queste storie, vere, fossero ben presenti nelle menti e nei cuori di tutti coloro che possono fare qualcosa per bloccare o ridurre questo mercato abominevole.

Tra le vittime predilette di questo traffico disumano e aberrante, come facile pensare, i bambini. Ecco cosa sta accadendo in Siria, secondo quanto denunciato dalle associazioni umanitarie internazionali.

I bambini scomparsi di Aleppo: il traffico di organi in Siria

Fonte: web

Purtroppo dal mercato nero degli organi non sfuggono neppure i bambini, soprattutto quelli siriani che, se sono riusciti a scampare all’arruolamento forzato, devono ora vivere nel terrore di essere rapiti da gruppi di criminali organizzati. Come riporta Sputnik, in sole due settimane il numero di bambini scomparsi è stato di 15, ovvero un bambino al giorno. Gli attivisti sostengono che i bambini sequestrati vengano condotti nella vicina Turchia, dove già due anni fa la stampa locale aveva denunciato la presenza di ambulanze che, con il pretesto di trasferire feriti fra i vari ospedali, si occupavano in realtà di espianto di organi sui più piccoli.

Secondo i dati a disposizione, sono stati documentati 18 mila casi di prelievo illecito di organi umani nel nord della Siria, ma sono moltissimi quelli che passano sotto silenzio perché, naturalmente, la gente ha paura di parlarne. Alcune testimonianze hanno riferito di un mercato, al confine con la Turchia, dove si può comprare di tutto, anche donne e bambini: un cadavere costa 25 mila lire turche (50 dollari), 150 mila lire turche quello di un ferito (290 dollari). L’80% dei profughi nei campi sono donne e bambini, e questi ultimi vengono messi in vendita da quando hanno 3 anni. Ad Aleppo sono comparsi gruppi di stranieri che, spacciandosi per assistenti umanitari, prelevano con la complicità di medici corrotti organi umani per rivenderli all’estero. I 100 mila bambini nei campi profughi in Turchia corrono gli stessi rischi.

Un dramma antico passato sotto silenzio

Fonte: web

Il traffico d’organi non è una barbarie ignota, ma se ne parla poco o nulla. Nel 2011 il magistrato svizzero Dick Marty, facente parte del Consiglio d’Europa, presentò una relazione in cui si accusava esplicitamente il primo ministro del Kosovo, Hashim Thaçi, di essere a capo di una banda dedita al traffico di organi prelevati da prigionieri serbi assassinati durante e dopo la guerra. Ne scaturì una risoluzione dell’Assemblea Parlamentare di Strasburgo che si appellava alla comunità internazionale e ai governi di Belgrado, Priština, e Tirana, affinché si “prendano provvedimenti” per mettere in luce tali crimini.

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