Traute Lafrenz, l'ultima sopravvissuta della Rosa Bianca, è morta: la sua storia
Traute Lafrenz, l'ultima sopravvissuta dell'organizzazione antinazista Rosa Bianca, è morta all'età di 103 anni negli USA, dove viveva dal 1947.
Traute Lafrenz, l'ultima sopravvissuta dell'organizzazione antinazista Rosa Bianca, è morta all'età di 103 anni negli USA, dove viveva dal 1947.
Traute Lafrenz, l’ultima sopravvissuta tra i membri della resistenza antinazista della Rosa Bianca, è morta all’età di 103 anni negli USA, dove viveva dal 1947, a Charleston, nella Carolina del Sud.
A divulgare la notizia della sua morte è stata il 6 marzo scorso la Fondazione della Rosa Bianca, che ha voluto rendere omaggio alla sua “coraggiosa resistenza e testimonianza duratura”.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, Lafrenz distribuiva volantini contro Hitler nella Germania allora nazista, invitando le persone a sollevarsi contro il regime.
Secondo la fondazione, Lafrenz incontrò Hans Scholl – uno dei fondatori del gruppo antinazista della Rosa Bianca insieme a sua sorella Sophie Scholl e Christoph Probst – nell’estate del 1941, quando era una studentessa di medicina. Accortasi presto del coinvolgimento di Scholl nella produzione dei volantini contro il regime di Hitler, volle subito prendere parte all’attività della resistenza.
I volantini del gruppo, che citavano spesso Goethe, Aristotele, Lao Tzu, Schiller e la Bibbia, sollecitavano la resistenza passiva e il sabotaggio del progetto nazista. La Rosa Bianca ebbe però vita breve e non contò mai più di qualche dozzina di membri, la maggior parte dei quali erano giovani e idealisti.
Nel febbraio del 1943 Hans e sue sorella Sophie Scholl vennero arrestati e decapitati nella prigione di Stadelheim in Baviera, insieme ad altri oppositori al regime. Nell’aprile dello stesso anno, anche Lafrenz cadde nelle mani della Gestapo, la polizia segreta nazista, e fu condannata a un anno di carcere per “complicità”.
Poco dopo il suo rilascio, fu nuovamente arrestata dalla Gestapo ad Amburgo. Lafrenz trascorse due anni in quattro prigioni naziste prima della sua liberazione nell’aprile 1945. In seguito, emigrò negli Stati Uniti nel 1947, dove completò gli studi di medicina e dove sposò Vernon Page, un oculista. La coppia ha avuto quattro figli.
La famiglia si è poi trasferita a Chicago, dove Lafrenz ha diretto la Esperanza Therapeutic Day School per bambini svantaggiati. Dopo la morte del marito nel 1995, si è trasferita nel ranch di sua figlia Renee in South Carolina.
In occasione del suo centesimo compleanno nel 2019, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier l’ha elogiata come “un’eroina della libertà e dell’umanità”. È stata inoltre insignita dell’Ordine al merito tedesco, un’alta onorificenza civile. Lafrenz fu una delle poche persone che “di fronte ai crimini dei nazisti, ebbe il coraggio di ascoltare la voce della sua coscienza e di ribellarsi contro la dittatura e il genocidio degli ebrei”, ha spiegato Steinmeier.
Centinaia di scuole e strade ora portano il suo nome e nel 2003 è stata nominata la quarta tedesca più amata della nazione, dietro Konrad Adenauer, Martin Luther e Karl Marx.
Giornalista sulle nuvole, i miei grandi amori sono i libri, il cinema d'autore e gli animali. Sepulveda e Tarantino: le mie ossessioni.
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