Al cadavere della giornalista Viktoriia Roshchyna mancano alcuni organi

La giornalista ucraina aveva 27 anni. Era da mesi detenuta nelle carceri russe. Secondo quanto ricostruito da Forbidden Stories, sul cadavere sono visibili numerosi segni di tortura, mentre mancavano alcuni organi - parte del cervello, occhi e laringe.

Ha ragione il giornalista Giulio Cavalli: il corpo della giornalista Viktoriia Roshchyna, torturato, ridotto a 30 chili, privato della vita ma anche “degli organi chiave per raccontare” – gli occhi, il cervello, la laringe – è un messaggio di Stato. Un avvertimento, ai giornalisti e alle giornaliste, a chiunque vada in cerca della verità, voglia documentarla o sfidare il potere oppressore.

Più correttamente, è un messaggio quello che resta di questo corpo, consumato dalla violenza, mutilato degli organi e così riconsegnato alla famiglia, senza la certezza di ciò che è accaduto davvero.

La giornalista ucraina di 27 anni aveva lasciato l’Ucraina nell’estate 2023. La prima conferma che la donna è detenuta in Russia arriva solo ad aprile 2024. Trasferita in varie prigioni, “scompare” però di nuovo l’8 settembre 2024, pochi giorni prima di uno scambio di prigionieri che avrebbe dovuto restituirla alla libertà.

Da settembre 2024 della sua sorte non si sapeva più nulla, fino al febbraio 2025, quando l’Ucraina riceve un corpo di “uomo non identificato”. In realtà è un corpo di donna: il corpo di Viktoriia Roshchyna.

Ma cosa è successo davvero a Viktoriia Roshchyna?

La ricostruzione, frammentaria, è frutto di Progetto Viktoriia, un’imponente indagine internazionale portata avanti da 13 testate internazionali con 45 giornalisti, che hanno realizzato decine di interviste, incrociato testimonianze ed indagini.

È solo grazie a questo lavoro straordinario che oggi quel corpo mutilato ha un nome e un po’ di verità, parziale, probabilmente per sempre incompleta e quindi insufficiente, ma pur sempre un pezzo di verità.

La scelta di Viktoriia Roshchyna: dalla parte della verità

Roshchyna era già stata catturata dai russi nel 2022, ma era stata rilasciata dopo una decina di giorni di detenzione. Nel 2023 aveva deciso di tornare dietro le linee nemiche per continuare il suo lavoro giornalistico, anche senza più il sostegno dell’ex datore di lavoro, l’emittente Hromadske. Il 25 luglio 2023 Roshchyna lascia per l’ultima volta l’Ucraina, e attraversa Polonia, Lettonia e Lituania per entrare in Russia.

Viktoriia Roshchyna ha uno scopo: scoprire la verità sulle camere di tortura, le pressioni ai dipendenti della centrale nucleare di Zaporizhzhia, le sparizioni forzate. Dal 3 agosto si perdono le sue tracce: viene fatta prigioniera. All’inizio è solo un’ipotesi, confermata poi a distanza di mesi.

Cosa sappiamo della prigionia di Viktoriia Roshchyna

A raccontare la sua detenzione sono testimoni che parlano con Forbidden Stories. Inizialmente trasferita a Melitopol, Roshchyna sarebbe stata torturata con scosse elettriche, percosse e ferite da arma bianca in un centro di smistamento. Successivamente, portata nel carcere di Taganrog dove le condizioni peggiorano ulteriormente, la giornalista sarebbe stata drogata, sottoposta a nuove torture e ridotta alla fame, fino a pesare 30 chili.

Il padre riesce a sentirla per l’ultima volta nell’aprile 2024. Passano altri mesi; arriva anche la speranza della liberazione.

La morte di Viktoriia Roshchyn

La liberazione di Roshchyn è prevista per il settembre 2024: il suo nome figura nell’elenco di uno scambio di prigionieri, ma il trasferimento non avviene. Segue il silenzio, fino al 10 ottobre 2025, quando il padre riceve una lettera ufficiale dalla Russia: la figlia, Viktoriia Roshchyn, è morta il 19 settembre 2025. Tuttavia, il corpo non viene subito restituito. Passano mesi.

Il corpo privato di alcuni organi di Viktoriia Roshchyn

Solo il 14 febbraio 2025, il suo cadavere compare nella lista dei prigionieri da scambiare, etichettato con un codice che indica “uomo non identificato” e “danni estesi alle arterie coronarie”. In realtà si tratta di Viktoriia Roshchyn. Il corpo, riferisce Forbidden Stories, era in avanzato stato di decomposizione, mummificato e con evidenti segni di violenza, tra cui possibili fratture compatibili con lo strangolamento.

Le indagini ucraine non sono ancora riuscite a stabilire la causa esatta della morte. Una fonte vicina al caso afferma che il corpo è stato restituito senza alcune parti fondamentali, tra cui cervello, bulbi oculari e laringe. Una mutilazione che potrebbe essere un tentativo deliberato di occultare le prove delle torture o della vera causa del decesso.

Roshchyna sarebbe stata prelevata dalla sua cella l’8 settembre 2024, undici giorni prima della data ufficiale della morte. Rimane però un vuoto di informazioni su cosa sia accaduto in quel periodo.

Il progetto internazionale per chiedere verità per Viktoriia Roshchyn

Alla sua memoria è stato dedicato il Progetto Viktoriia, promosso da Forbidden Stories insieme a numerose testate internazionali, per raccontare la sua storia e quella di migliaia di altri ucraini detenuti e torturati nelle carceri russe. In Ucraina, il caso è stato riclassificato come crimine di guerra aggravato da omicidio premeditato.

Il rapporto sulla libertà di stampa

Il 3 Maggio si celebra la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, ma il rapporto Liberties Media Freedom Report 2025, realizzato grazie al lavoro congiunto di 43 associazioni che si occupano di diritti umani in 21 Paesi, documenta come la libertà di stampa stia crollando in TUTTI i paesi dell’Unione Europea. Italia compresa.
 
Jonathan Day, a capo del progetto, parla di “battaglia esistenziale”:
Gli sforzi dei governi per indebolire lo stato di diritto e le istituzioni democratiche partono quasi sempre dal tentativo di controllare il panorama mediatico del proprio Paese.
In tutto questo, il corpo di Viktoriia Roshchyna è una minaccia contro cui alzare la voce; e non cedere al silenzio.
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