Umiliata perché vuole portare a bordo il tiralatte
"Sono rimasta senza parole, non stavo violando nessuna regola e lo sapevo perfettamente. Perché mi doveva umiliare davanti a 50 persone?" ha tuonato la giovane mamma.
"Sono rimasta senza parole, non stavo violando nessuna regola e lo sapevo perfettamente. Perché mi doveva umiliare davanti a 50 persone?" ha tuonato la giovane mamma.
È una di quelle storie che nessuno vorrebbe mai sentire né leggere e, invece, è accaduta a una giovane mamma. Kelsey Myers, questo il suo nome, era in viaggio tra Los Angeles e Chicago, quando ha chiesto alla compagnia aerea su cui viaggiava di portare a bordo una borsa con l’occorrente per il tiralatte per il suo bambino. Stando al suo racconto, postato su Facebook e rilanciato dai media americani, è stata umiliata e adesso ha ottenuto le scuse della compagnia. Gli addetti al controllo le hanno risposto che doveva metterlo in stiva poiché non rientrante nella categoria del “bagaglio a mano”, poi le avrebbero rivolto persino parole offensive.
L’addetto le avrebbe fatto notare che un bagaglio a mano, una borsetta e poi un’altra borsa con latte e tiralatte sarebbe stata eccessiva. Insomma, doveva lasciarla in stiva. In aereo così non poteva salire. Peccato che la policy interna di questa compagnia aerea preveda la possibilità di portare con sé medicinali in aereo, compresa l’attrezzatura per il tiralatte che a Kelsey Myers sarebbe servita per il suo piccolo.
Una volta chiamato il responsabile, superiore all’addetto ai controlli, stando sempre al racconto della giovane mamma, le sarebbe stato detto che stava violando la policy della compagnia. Poi l’addetta ai controlli avrebbe tuonato: “Quante tette hai?”. “Sono rimasta senza parole, non stavo violando nessuna regola e lo sapevo perfettamente. Perché mi doveva umiliare davanti a 50 persone?” ha spiegato. Alla fine, dopo tutte queste polemiche, è riuscita a salire il tiralatte a bordo mettendolo sotto il sedile di fronte a lei:
Non è giusto. Quelle borse erano talmente piccole da poter comodamente essere sistemate in cabina. Non avevo bisogno di alcuno spazio in più. Quando sono salita a bordo ho cominciato a piangere. Ero assolutamente allibita dal modo in cui mi avevano trattato.
Una portavoce della compagnia aerea in questione ha chiesto scusa per l’incidente.
Giornalista e Videoreporter, nato e cresciuto a Catania. Attratto dal mondo del giornalismo fin dalla nascita, ha trasformato la sua più grande passione in un lavoro: racconta storie senza filtri, senza pregiudizi. Da buon sicilian...
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