Università di Padova: libretto doppio per gli studenti transgender e transessuali
Novità nell'università di Padova: doppio libretto per gli studenti transgender e transessuali. Un segno di civiltà e rispetto della dignità umana.
Novità nell'università di Padova: doppio libretto per gli studenti transgender e transessuali. Un segno di civiltà e rispetto della dignità umana.
Il senato accademico dell’Università di Padova ha deliberato di dotare gli studenti transgender e transessuali di un doppio libretto: oltre a quello con i dati anagrafici infatti, lo studente che ne sente la necessità potrà avere un badge con un “alias” in modo da poter cambiare il nome sia nel libretto, che nei documenti universitari, adeguandoli alla nuova identità psico-fisica.
“Questa iniziativa si rende necessaria per non creare ulteriori imbarazzi a chi sta vivendo un periodo delicato di transizione” ha spiegato il rettore dell’università di Padova, Giuseppe Zaccaria.
Anche le università di Oxford e Madrid hanno affrontato la questione con la deliberazione del parlamentino universitario. Con la proposta del rettore e una lunga battaglia degli studenti della Link la votazione per il doppio libretto è passata ad ampia maggioranza, con un solo voto contrario: quello del rappresentante degli universitari collegato a Comunione e Liberazione.
“È un importante segno di civiltà, di rispetto della dignità umana e di valorizzazione delle rispettive differenze quello votato a Padova” ha affermato Chiara De Notaris del Sindacato degli studenti.
All’Università di Torino il doppio libretto esiste da dieci anni, è stato poi introdotto al Politecnico della città e all’università di Bologna. Il prossimo pronto a una delibera è l’ateneo di Pisa e che prevede anche la ristampa dei diplomi di laurea per gli studenti che, usciti dall’università, hanno cambiato sesso.
Il doppio libretto è un tentativo di arginare l’abbandono universitario di troppi ragazzi che, secondo quelli della Link e dell’associazione Anteros, Vengono violati nella propria privacy e spesso sono soggetti a discriminazioni all’interno della comunità accademica.
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