È definitiva la condanna a 16 anni di reclusione per il figlio di Valentina Giunta, che ha ucciso la madre il 25 luglio del 2022. La Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso dei suoi legali e confermato così la sentenza di condanna, per omicidio aggravato, emessa nel maggio del 2023 dalla Corte d’assise d’appello per i minorenni di Catania, a conferma di quella già emessa in primo grado nel gennaio precedente.

Ti amo leone, sei la mia vita, a presto fuori”, postava il ragazzo sui social parlando del padre, in carcere per furto d’auto e tentato omicidio. Nessun riferimento, invece, alla madre. “Sei stato il papà migliore, ti amo tanto e anche se sei lontano da me ti penso sempre e con il cuore sono vicino a te”, si legge ancora. Il legame col padre era poi rimarcato dal tatuaggio di un leone sul braccio, segno di ammirazione per quel genitore che in passato era stato denunciato dalla donna per violenza domestica.

Valentina Giunta, infatti, voleva allontanarsi dall’uomo, per tenere i suoi due figli lontani da quella vita. In base alle ricostruzioni, pare che i rapporti tra madre e figlio fossero tesi da tempo proprio per questo motivo, il che aveva spinto gli inquirenti a indirizzare le indagini in quella direzione.

Quel 25 luglio del 2022 la vittima era stata ritrovata a terra, ferita a morte da diversi fendenti nel suo appartamento in zona Castello Ursino a Catania: l’ennesimo femminicidio di quell’anno, che si è chiuso con 120 vittime, 97 delle quali uccise in ambito familiare o affettivo. Il minore aveva poi confessato il delitto durante l’udienza per la convalida del suo arresto, il giorno dopo i fatti.

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