La vera storia del chirurgo omicida che ha ispirato la serie "Dr. Death"

Il telefilm con Joshua Jackson nei panni di Christopher Duntsch, racconta la vita del chirurgo spinale, soprannominato Dottor Morte, che ha ucciso due persone, lasciandone paralizzate altre 30.

C’è una terrificante storia realmente accaduta dietro la serie tv Dr. Death. Il telefilm che si ispira al podcast omonimo del 2018, racconta la vita del dottor Christopher Duntsch, un neurochirurgo americano che è stato condannato all’ergastolo per grave negligenza dopo la morte e la mutilazione di molti dei suoi pazienti mentre lavorava in due ospedali in Texas nel 2011. 

La NBCUniversal, nel 2018, aveva annunciato l’adattamento del podcast da parte di Patrick Macmanus, per trasformarlo in una serie drammatica con un cast di tutto rispetto: Joshua Jackson (noto per il ruolo di Pacey Witter in Dawson’s Creek) veste i panni del Dr. Death, Alec Baldwin come interprete di Robert Henderson e Christian Slater per la parte di Randall Kirby. La regia dello show è invece tutta al femminile: Maggie Kiley, produttrice esecutiva anche dei primi due episodi, Jennifer Morrison e So Yong Kim. Negli USA la serie tv è stata distribuita sulla piattaforma Peacock dal 15 luglio 2021, mentre in Italia verrà distribuita su Starz Play dal 12 settembre.

Il dottor Christopher Duntsch era considerato dalla comunità medica di Dallas una stella nascente: brillante e carismatico era apprezzato per il suo lavoro di neurochirurgo spinale. Improvvisamente i pazienti che entravano nella sua sala operatoria per interventi chirurgici complessi ma anche di normale routine ne uscivano permanentemente mutilati o morti. Mentre le vittime aumentavano, due colleghi di Duntsch, il neurochirurgo Robert Henderson e il chirurgo vascolare Randall Kirby, nonché il pubblico ministero di Dallas Michelle Shughart, si unirono per fermare il medico che fu soprannominato Dottor Morte.

La negligenza messa in atto volontariamente dal chirurgo provocò almeno due morti e lasciò paralizzate 30 persone. Nonostante questo, molti dei “danni” creati negli interventi chirurgici di Duntsch furono definiti “incidenti” o “errori casuali” e la sua licenza medica fu sospesa solo nel 2013. Nel 2017, Duntsch è stato condannato all’ergastolo da una giuria lo ha dichiarato colpevole di lesioni: originariamente incriminato per sei capi di aggressione aggravata, i pubblici ministeri hanno scelto di concentrarsi su un’unica vittima, Mary Efurd, perché le lesioni alla donna avrebbero previsto pene più severe.

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