Sono davvero strazianti le immagini che arrivano dall’Ucraina, da dove milioni di persone stanno fuggendo per mettersi in salvo dai bombardamenti e dagli attacchi dei carrarmati russi. Tra i profughi ci sono anche migliaia di bambini, che lasciano le loro città e le loro case a volte da soli, perché rimasti orfani o perché le loro famiglie preferiscono rimanere nel Paese.

Un video in particolare, pubblicato dalla CNN, ha fatto il giro del mondo ed è diventato una sorta di simbolo dell’effetto drammatico che la guerra sta avendo sui più piccoli. Un bambino cammina da solo, singhiozzando e con solo un sacchetto di plastica in mano, verso Przemyśl, città polacca al confine con l’Ucraina che sta accogliendo migliaia di profughi.

Questo il video ripostato dal giornalista Josh Campbell:

Purtroppo, però, quello di questo bimbo non è un caso isolato, anzi. Dall’inizio dell’invasione russa, sono un milione i minori che hanno tentato di raggiungere il confine ucraino, per trovare rifugio nei Paesi vicini. Soltanto a Przemyśl sono arrivati duemila bambini, momentaneamente accolti in un palazzetto dello sport e in un ex centro commerciale. Stando a quanto riportato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e dall’Unicef, poi, i minori non accompagnati devono esser protetti nel miglior modo possibile, in quanto soggetti a pericoli gravissimi:

“Siamo estremamente preoccupati per la sicurezza delle donne e dei bambini, specialmente per coloro che viaggiano da soli da e in Ucraina. Potrebbero essere a rischio di violenza sessuale e di genere, ma anche di traffico”,

si legge in un post pubblicato su Twitter dall’International Rescue Committee. Per questo, come stabilito da una dichiarazione dell’UNHCR e dell’Unicef ​, è di fondamentale importanza l’aiuto che ognuno può dare tramite l’affido temporaneo dei bambini.

Sono moltissime le storie che ogni giorno arrivano dall’Ucraina. Come quella di Alexandra, 12 anni, e della sorellina Esyea, di 6 anni: in una foto circolata sul web, le due bambine sono in lacrime, su un autobus pronto a lasciare Odessa, mentre la madre le saluta dal finestrino. O la storia di un bambino di 11 anni che ha percorso, da solo, ben 700 miglia per arrivare il Slovacchia. O ancora Sophia, 16 anni, che si è nascosta nella cantina del suo vicino di casa per una settimana.

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