La signora Paola (il cognome non è reperibile), 89enne di Bologna affetta da Parkinson in forma gravissima, è morta in Svizzera tramite suicidio assistito: le attiviste Virginia Fiume e Felicetta Maltese, insieme a Marco Cappato, hanno annunciato che si autodenunceranno oggi per l’aiuto dato alla donna.

Tramite un post e una comunicazione ufficiale l’Associazione Luca Coscioni ha condiviso nella giornata di ieri la volontà delle attiviste di denunciarsi oggi alle ore 11.45 a Bologna, presso la stazione dei Carabinieri di via Vascelli 2.

Nel post l’associazione specifica che la signora Paola era affetta da una gravissima forma di Parkinson che le impediva di parlare e muoversi, tuttavia non era tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, perciò non avrebbe potuto accedere all’eutanasia in Italia, come previsto dalla sentenza 242/2019 sul caso Cappato/Antoniani della Consulta.

La signora Paola aveva quindi contattato tramite il numero bianco l’Associazione Luca Coscioni per essere aiutata a morire. Ad accompagnarla in Svizzera due giorni fa, con un’azione di disobbedienza civile, sono state le due attiviste Felicetta Maltese, 71 anni (attivista di Eutanasia Legale), e Virginia Fiume, 39 anni (co-presidente del movimento paneuropeo di cittadini EUmans), insieme a Marco Cappato, responsabile dell’associazione Soccorso Civile, che ha organizzato e finanziato il viaggio.

Dopo le visite di verifica delle sue condizioni, in occasione delle quali la signora Paola ha confermato la sua volontà, si è autosomministrata la dose di farmaco eutanasico.

I tre attivisti rischiano ora dai 5 ai 12 anni di carcere.

Tale decisione è maturata nel tempo”, ha spiegato la signora Paola, come riferito nella nota dell’associazione Coscioni, “dal 2012 un inizio di malessere chiaramente diagnosticato nel 2015. Un graduale e lento decorso verso la totale immobilità. Ora sono vigile in un corpo diventato gabbia senza spazio né speranza. Anzi stringe, ora dopo ora, inesorabile la morsa. La diagnosi è un parkinsonismo irreversibile e feroce, Taupatia, arrivata oggi ad uno stadio che non mi consente più di vivere. Non sono autonoma in nulla, tranne che nel pensiero“.

Come riferito dall’Associazione Coscioni, al momento le persone che si sono rese disponibili a unirsi alla disobbedienza civile, aderendo all’associazione Soccorso Civile per aiutare chi vuole mettere fine alla propria vita perché senza speranza di cura, sono in tutto 17.

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