Accade in un punto Conad di Pescara, in Abruzzo. Le 12 dipendenti di un reparto del market sono state minacciate dalla direttrice per aver lasciato in bagno un assorbente fuori dal cestino.

Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io“: questo il messaggio vocale che la direttrice ha inviato sul gruppo Whatsapp dei capireparto del supermercato. Dopo aver trovato un assorbente fuori posto in bagno ha minacciato le dipendenti di essere ispezionate, se il nome non fosse saltato fuori.

A rendere pubblica la vicenda è stata la Filcams Cgil che con un post su Facebook e una conferenza stampa ha spiegato come sono andate le cose: la minaccia della direttrice non era affatto uno scherzo, infatti con quel vocale la donna pretendeva davvero che le 12 dipendenti venissero controllate una per una per scoprire la colpevole.

L’elenco dei nomi delle 12 dipendenti ha fatto il giro dei gruppi Whatsapp dei vari reparti e la minaccia è stata accompagnata con “previsioni di contestazioni disciplinari a tappeto oltre che mancati rinnovi di contratto a tempo determinato“, se non fosse venuto fuori il nome di chi aveva il ciclo, ha dichiarato Davide Urbano, segretario Filcalms Cgil.

Dato che le lavoratrici si sono poi rifiutate di comunicare quanto richiesto, stando al comunicato stampa di Filcams Cgil, “la violenza verbale si è tramutata in fisica quando i capi reparto hanno controllato singolarmente le donne in servizio”.

Il sindacato ha dichiarato di non sapere se qualcuna delle dipendenti si sia prestata all’ispezione, ma da alcuni messaggi sembrerebbe che alcuni colleghi abbiano incitato le donne a discolparsi per chiudere la faccenda.

Inoltre, il sindacato ha fatto sapere che dal 14 aprile i bagni degli spogliatoi sono stati chiusi impedendo ai dipendenti di poterne fare uso.

Un gesto gravissimo e ignobile, una violenza inaudita da una donna verso delle donne”, ha detto Lucio Cipollini segretario generale della Filcams Cgil Abruzzo durante la conferenza stampa, tenutasi anche online. “Saremo al fianco delle lavoratrici coinvolte“.

La Filcams Cgil ha chiesto una presa di posizione ferma anche dallo stesso marchio Conad, in quanto l’accaduto getta un’ombra sulla catena di supermercati e soprattutto sulla sua gestione delle relazioni umane, che vede metodi autoritari, vessatori e violenze di genere verso i dipendenti

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