Ylenia Bonavera: "Mi ha dato fuoco perché mi ama". Il giudice: "va aiutata"

Colpiscono le parole del giudice del tribunale di Messina Salvatore Mastroeni nelle motivazioni della condanna a Alessio Mantineo: "Ylenia avrebbe bisogno di un recupero, non di perdersi di fronte al luccichio delle telecamere"

In seguito alle controverse dichiarazioni di Ylenia Bonavera (in primis a Pomeriggio 5 e poi durante il processo in tribunale), la ragazza siciliana che difese il fidanzato che tentò di ucciderla lanciandole addosso una bottiglia di benzina e dandole fuoco nella notte fra il 7 e l’8 gennaio scorso, colpiscono le parole del giudice del tribunale di Messina Salvatore Mastroeni.

Mastroeni è il giudice che si è occupato di redigere la motivazione della condanna a 12 anni di carcere per l’ex fidanzato di Ylenia, Alessio Mantineo.

Secondo il giudice non c’è assolutamente amore in quel gesto e osserva, come riportato anche da RollingStone, come “l’intendimento di Mantineo fosse proprio quello di uccidere Ylenia. Questo appare evidente alla luce della peculiare connotazione del fatto delittuoso come sopra descritto: cospargerla di benzina e darle fuoco non può infatti che essere letto come univocamente diretto in tale direzione”. 

La Bonavera – scrive il giudice – difende l’ex non perché è una sbirra ma perché essere bruciati evidentemente in qualche assurdo caso ‘innamora’. Diventa di nuovo l’amore della sua vita. La sua ricostruzione è tra il surreale e l’incredibile in un soggetto fragile che avrebbe bisogno di un recupero, non di perdersi di fronte al luccichio delle telecamere. Ylenia, nella sua posizione anacronistica e quasi da eroina dell’amore, ha pure coraggio poiché perde la solidarietà che le sarebbe spettata. A fronte di donne uccise come in una carneficina e di donne che lottano per una reale emancipazione, si trovano casi in cui violenza e sadismo vengono apprezzati, per cui essere data a fuoco può essere una prova d’amore moderna.

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