Da Non è la Rai ai 57 film: Yvonne Sciò (anche) sul no a Brad Pitt e su Naomi Campbell

L'attrice romana, nel mondo dello spettacolo praticamente da bambina, si è aperta in un'intervista per il Corriere della Sera raccontando anche dei suoi anni americani, del no a Brad Pitt e della lite con la ex amica Naomi Campbell.

55 anni oggi, Yvonne Sciò ha una lunga carriera alle spalle nel mondo televisivo e cinematografico, una vita passata anche nel jet set hollywoodiano e tantissimi ricordi di cui parlare a Candida Morvillo, in un’intervista per il Corriere della Sera.

L’esordio, appena quindicenne, nello spot della Sip in cui la sua frase, “Mi ami? Ma quanto mi ami?” è diventata un vero e proprio tormentone e icona pop del periodo; mamma americana giornalista di moda, lei cresciuta in un collegio di suore a Roma, la via dello spettacolo, per Sciò, sembrava praticamente inevitabile.

Dopo la pubblicità, l’approdo a un altro show cult degli anni ’90, Non è la Rai, anche se per soli tre mesi; uno di quelli che, oggi, l’attrice romana considera uno dei suoi pentimenti. “In realtà, mi sono pentita di aver rifiutato un contratto lungo: avrei guadagnato tanto, ma a quell’età credi negli ideali, i soldi non ti interessano e io avevo paura di chiudermi in una gabbia”.

Anche se qualcuno, dopo il programma di Boncompagni, l’ha praticamente considerata sparita dai radar, Yvonne Sciò ci tiene a ricordare di aver girato 57 film, con un’importante parentesi americana, che ricorda con affetto. “Facevo provini nei quali partivamo in 400 e poi diventavamo 50. Ho fatto teatro a New York con John Buffalo, il figlio di Norman Mailer, e il video di She’s So High di Tal Bachman, un successo enorme, anche se mi hanno dato due spicci. Ho fatto film e serie che qui non ha visto nessuno, magari piccoli ruoli, ma ne vado fiera. La mia mentore è Fran Drescher, che ha scritto, diretto e interpretato la serie La tata, venduta in tutti i Paesi: faceva la parrucchiera nel Queens, mi ha sempre detto: devi fare tu, non aspettarti qualcosa dagli altri. Questa è la lezione che mi ha spinto a dirigere e produrmi da sola i miei documentari”.

Degli anni americani Sciò ricorda anche un rifiuto a un “bellissimo” del cinema, Brad Pitt; rifiutato, spiega, perché “troppo bello, mi metteva soggezione. La prima volta, a una festa a Los Angeles, lui, dall’altro lato della sala, viene diritto verso di me. Mi guarda e dice: ‘You look so beautiful’. Io muta, con la mascella aperta. Ogni volta che l’ho visto, mi ha chiesto il numero. Voleva prendere lezioni di italiano e gli consigliai di chiedere al nostro Istituto di Cultura. Pensi che genio…”.

Vent’anni fa, però, anche una denuncia contro la top model Naomi Campbell, famosa per non avere un carattere propriamente docile; Sciò la accusò di averla aggredita, nonostante fossero amiche da anni. L’aveva raggiunta a Roma, dove la modella stava girando uno spot, ma poi Campbell insinuò che lei volesse rubarle il lavoro. “Le ho fatto causa soltanto perché volevo che si scusasse – dice a Morvillo – ma non si è scusata”.

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