Ha preso la pistola di ordinanza del padre vigile urbano e si è allontanato da casa, scatenando subito i timori della famiglia, che hanno allertato immediatamente le forze dell’ordine.

Purtroppo, però, le ricerche di L.C. quindicenne di Senigallia, nelle Marche, hanno avuto l’epilogo più tragico, quando il suo corpo è stato ritrovato, senza vita, in una casolare nella frazione di Montignano. Fatale un colpo sparato proprio da quella Beretta Px con cui aveva lasciato la sua abitazione, la sera precedente, fra le 20:30 e le 21:00.

E adesso, sulle ragioni del suo suicidio, si profila l’ombra, terribile, del bullismo, denunciato anche dalla madre dell’adolescente, che, dopo la sparizione del figlio, avrebbe fatto di fronte ai carabinieri nomi e cognomi dei ragazzi dell’istituto Alfredo Panzini che lo avrebbero vessato, per settimane, con prese in giro sul cognome, colpi ai genitali e in altre parti del corpo, e umiliazioni continue.

La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio proprio per questi motivi, perché, come spiegato dall’avvocata di famiglia, Pia Perricci, il ragazzino “subiva atti di bullismo, veniva preso in giro con frasi volgari e pesanti. Di questo si era confidato con i genitori” e la madre, “La notte scorsa, attorno alle 3 mentre erano in corso le ricerche […] ha presentato denuncia ai carabinieri indicando anche i nomi dei ragazzini che lo deridevano con frasi pesantemente volgari ed ingiuriose”, aggiungendo che i genitori, separati, non avevano fatto in tempo a sporgere prima la denuncia. Per indagare al meglio gli inquirenti hanno disposto l’autopsia e sequestrato il cellulare del quindicenne, che a inizio anno aveva cambiato scuola, passando da una scuola tecnica all’istituto alberghiero Panzini.

“Lo scorso anno scolastico lo studente aveva frequentato l’indirizzo informatico dell’IIS Corinaldesi Padovano – si legge in una nota diffusa dalla stesso scuola – dove era stato promosso a giugno e durante l’anno era ben inserito nella classe dove aveva anche alcuni amici stretti. Tuttavia al termine della scuola aveva deciso di cambiare Istituto e si era ri- orientato presso l’IIS Panzini, poiché aveva scoperto che le discipline scientifiche e tecniche dell’indirizzo informatico non rientravano nelle sue passioni e nei suoi interessi”; Alessandro Impoco, dirigente del Panzini, ha invece dichiarato: “È venuto a scuola poco, non abbiamo avuto segnalazioni riguardo ad atti di bullismo”.

Eppure, la famiglia è convinta che dietro il gesto estremo del giovane ci siano proprio le derisioni e le vessazioni subite dai compagni di scuola. “Perché hanno voluto distruggere mio figlio?” è la domanda che, oggi, si pone la mamma del ragazzo.

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