Altre 751 tombe non segnate di bimbi nativi sono state scoperte grazie a ricerche via radar vicino a un’ex scuola cattolica nel Saskatchewan, la Marieval Indian Residential School, nell’area della Cowesses First Nation, in Canada. A darne notizia è stata la Canadian Press.

La scoperta è avvenuta due settimane dopo il ritrovamento dei resti di 215 bambini in una scuola residenziale simile, nella Columbia Britannica, a Kamloops.

Quella che è la ex Marieval Indian Residential School è stata gestita dalla Chiesa cattolica romana dal 1899 fino agli anni ’80, quando la Prima Nazione ne ha assunto la gestione, nell’area in cui oggi si trova Cowessess, nel sud-est del Saskatchewan. Non è ancora chiaro se tutti i resti siano collegati alla scuola.

La scuola era uno degli oltre 130 collegi obbligatori finanziati dal governo canadese e gestiti dalle autorità religiose durante il XIX e il XX secolo con l’obiettivo di assimilare i giovani indigeni, nel tentativo di isolarli dall’influenza della loro famiglia e della loro cultura.

Più di 150mila bambini nativi furono costretti a frequentare le scuole cattoliche finanziate dallo Stato dal 19esimo secolo fino agli anni Settanta, e secondo l’ex presidente della Commissione per la Verità e la Riconciliazione Murray Sinclair, circa 6.000 bambini sono morti mentre frequentavano queste scuole, in circostanze non chiare. Gli studenti erano spesso ospitati in strutture mal costruite, mal riscaldate e poco igieniche.

La Cowessess First Nation è “ottimista” sul fatto che la Chiesa collaborerà con loro per ulteriori indagini.

Il Primo Ministro Justin Trudeau ha detto alla stampa di sentirsi “terribilmente rattristato” per la scoperta nel Saskatchewan, affermando che si tratta di “un vergognoso promemoria del razzismo sistemico, della discriminazione e dell’ingiustizia che le popolazioni indigene hanno dovuto affrontare“.

I bambini nativi spesso non potevano parlare la loro lingua o praticare la loro cultura, e molti venivano maltrattati e abusati.

Ci hanno fatto credere di non avere un’anima”, ha detto l’ex studentessa della scuola residenziale Florence Sparvier durante una conferenza stampa giovedì. “Ci hanno sminuito come persone, così abbiamo imparato a non piacerci per quello che eravamo”.

Una commissione lanciata nel 2008 per documentare l’impatto di questo sistema ha scoperto che un gran numero di bambini indigeni non è mai tornato nelle proprie comunità di origine. Il rapporto afferma che questa pratica equivaleva a un genocidio culturale.

Nel 2008 il governo canadese si è formalmente scusato per il sistema.

La Chiesa cattolica romana, che era responsabile delle operazioni di circa il 70% delle scuole residenziali in Canada, non ha ancora presentato scuse formali alle comunità autoctone.

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