Robbie Robertson è morto a 80 anni a Los Angeles mercoledì, circondato dalla sua famiglia, dopo una lunga malattia non specificata. La notizia è stata condivisa in un comunicato stampa dal suo manager, Jared Levine.

Robbie era circondato dalla sua famiglia al momento della sua morte”, si legge nel comunicato di Levine. “Robertson ha recentemente completato il suo quattordicesimo progetto di musica per film con il collaboratore Martin Scorsese, per “Killers of the Flower Moon””.

Nato il 5 luglio 1943 a Toronto, in Canada, con origini mohawk ed ebraiche, Robertson ha lavorato nei carnevali itineranti fino a quando, a 16 anni, si è unito agli Hawks e il gruppo ha iniziato la sua carriera come gruppo di supporto del cantante rockabilly americano Ronnie Hawkins.

Insieme al tastierista Garth Hudson, Robbie Robertson era uno dei due membri superstiti della formazione classica dei The Band, noti per un periodo di tournée come gruppo di supporto di Bob Dylan prima del successo del loro album di debutto del 1968, Music From Big Pink.

I The Band hanno pubblicato una serie di album di successo durante gli anni Settanta e, dopo aver suonato il loro ultimo concerto come gruppo completo nel 1976, si sono riuniti senza Robertson per alcuni tour e pubblicazioni in studio durante gli anni Ottanta e Novanta.

La band è stata anche il soggetto di The Last Waltz, un film di Martin Scorsese del 1978 basato sul loro concerto d’addio.

Robertson ha rilasciato quella che si è rivelata essere la sua ultima intervista appena due settimane fa a Variety, parlando dei suoi 55 anni di collaborazione con Scorsese, fino a Flower Moon, che uscirà alla fine di quest’anno. “Siamo stupiti dal fatto che la nostra fratellanza sia durata così a lungo”, ha detto Robertson. “Ne abbiamo passate di tutti i colori… Sono così orgoglioso della nostra amicizia e del nostro lavoro. È stato un dono della vita”.

Robertson ha scritto alcune delle canzoni più note dei The Band, tra cui The Weight e The Night They Drove Old Dixie Down.

Robbie Robertson lascia sua moglie Janet Zuccarini e i figli Alexandra, Sebastian e Delphine Robertson. Gli sopravvivono anche i nipoti Angelica, Donovan, Dominic, Gabriel e Seraphina.

Nel comunicato rilasciato da Levine si specifica che al posto dei fiori, la famiglia ha chiesto di fare delle donazioni al Six Nations of the Grand River per sostenere il nuovo Woodland Cultural Center.

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