La Corte Suprema dell’Alabama ha stabilito con una sentenza shock che gli embrioni congelati sono da considerare a tutti gli effetti dei bambini: è la prima volta che una corte statunitense riconosce dei diritti agli embrioni, entro le 8 settimane dopo il concepimento.

Il pronunciamento della Corte Suprema, la cui validità è limitata allo Stato dell’Alabama, è stato emesso nella giornata di martedì 20 febbraio e ha permesso di continuare due accuse per omicidio colposo contro una clinica per la fertilità e un paziente.

Il caso giudicato dalla Corte è nato nel 2021, quando un paziente è entrato in una clinica e ha provocato per errore dei danni a degli embrioni congelati di altre coppie. L’accusa ha chiarito che il paziente ha fatto cadere gli embrioni conservati sotto zero sul pavimento, “uccidendoli”.  Tre coppie hanno quindi deciso di fare causa all’uomo.

La clinica si era però difesa affermando che la legge sull’illecita morte di un minore dell’Alabama non si applicava agli embrioni al di fuori dell’utero, e nonostante il giudice della contea avesse archiviato il caso, la Corte Suprema ha ribaltato la decisione dichiarando che la legge “si applica a tutti i bambini, nati e non nati, senza limitazioni”.

La decisione della Corte Suprema dell’Alabama, anche se trova validità soltanto in questo Stato, ha scatenato reazioni a livello nazionale, con molte persone che si occupano di diritti riproduttivi preoccupati che questa sentenza possa mettere in pericolo la fecondazione in vitro e chi ne fa ricorso, oltre che gravare dal punto di vista economico a causa dell’enorme responsabilità che si troverebbero a dover gestire le cliniche per la fecondazione in vitro, che dovrebbero alzare i costi della procedura.

Il gruppo di difesa legale Pregnancy Justice ha affermato in un comunicato che una sentenza simile è una “marcia verso il radicamento dell’ideologia della personalità fetale”, che potrebbe poi essere utilizzata per “controllare le decisioni delle donne sui loro corpi”.

La Casa Bianca, dal canto suo, ha già condannato il pronunciamento della Corte Suprema dell’Alabama, sostenendo che quest’ultimo “esemplifica il caos che ci aspettavamo quando la Corte Suprema (federale) ha revocato la sentenza Roe vs Wade, aprendo alla possibilità per la politica di dettare alcune delle decisioni più personali che una famiglia possa assumere”.

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