È stata ritrovata, per fortuna sana e salva, Jensare Ajdari, la quindicenne scomparsa lo scorso 24 aprile da casa a Camposampiero, provincia di Padova. La ragazza si trovava a San Giorgio delle Pertiche, sempre nel padovano, dove peraltro era stato localizzato uno dei due telefonini che aveva portato con sé uscendo da casa quel pomeriggio (quello del fratello oltre al suo), in compagnia di un ragazzo. Portata in caserma, potrà presto riabbracciare la famiglia, mentre gli inquirenti cercheranno di ricostruire i suoi spostamenti per capire dove abbiamo dormito e come abbia passato le sue giornate dopo la scomparsa.

“Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutata – ha detto la madre Feride Sinani, annunciando il ritrovamento – Adesso l’unica cosa che conta è riabbracciare mia figlia, poi penseremo a chiarirci e a capire come mai abbia messo in atto un comportamento così difficile da capire e che ha creato il panico non solo ai suoi familiari, ma anche a tutti coloro che si sono prodigati per ritrovarla viva”.

La studentessa di origine macedone era uscita verso le 17, lo scorso mercoledì, da sola e non con il fratello, come d’abitudine, perché quest’ultimo dormiva, per andare alle scuole serali che frequentava. Solo quando la mamma è andata a prenderla, alle 20:30, ha scoperto che lì la figlia non c’era mai arrivata. Un messaggio, però, l’ha tranquillizzata: Jensare le scriveva di essere a Mestre, nonostante uno dei cellulari fosse localizzato a San Giorgio delle Pertiche. Solo all’una e trenta di notte Sinani ha allertato le forze dell’ordine, non vedendo la figlia rincasare, e dopo tre chiamate rifiutate.

“Non so dov’è mia figlia – erano state le parole della donna – Forse la tengono segregata da qualche parte e non riesce a fuggire. Ho tanta paura di quello che potrebbero farle visto che è una ragazza”.

La mattina del 26 aprile Feride Sinani ha sporto denuncia di scomparsa postando sui social un appello; intorno alle 14:10 dello stesso giorno un messaggio sul telefono, “Non preoccuparti, sono viva”, che però, secondo lei, non è stato scritto dalla figlia ma da qualcuno che voleva tranquillizzarla. Sinani ha anche spiegato che la sera Jensare Ajdari passava molto tempo sul telefonino, probabilmente chattando con qualcuno, pur senza mai rivelarne l’identità.

Spetterà adesso alle forze dell’ordine fare luce su tutti i dettagli del caso, risalendo anche all’identità del ragazzo che era in compagnia della quindicenne.

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