Annalisa Minetti: "Fa male non vedere i miei figli crescere"

La cantante e sportiva è affetta da quando aveva 18 anni da retinite pigmenosa, malattia degenerativa che le ha ora fatto perdere la vista, non nasconde il dolore per non riuscire a poter vedere i cambiamenti dei suoi figli.

Annalisa Minetti soffre ormai da tempo di retinite pigmentosa, malattia degenerativa agli occhi che le ha oggi fatto perdere completamente la vista, come ha confessato lei stessa. Nonostante tutto, accettare passivamente la situazione non fa certamente per lei, che ha affiancato alla carriera artistica quella nello sport, con l’obiettivo di partecipare alle Paralimpiadi di Parigi 2024 nel triathlon, disciplina che comprende bicicletta, corsa e nuoto.

In un’intervista al settimanale Gente, la cantante ha sottolineato quanto le faccia male non riuscire a vedere crescere i suoi figli, Fabio, 15 anni, avuto dall’ex Gennaro Esposito, ed Elena, 5 anni, avuta dall’attuale marito Michele Manzarino. Essere diventata mamma è stato per lei la realizzazione di un sogno e non ha paura di ammetterlo: “Ho messo a tacere gli sciocchi, chi pensa che la maternità sia solo un diritto dei normodotati – sono state le sue parole – Mettere al mondo i figli per me è stato un atto d’amore”.

Accettare di non riuscire a vedere non è stato semplice, ma c’è soprattutto un aspetto che le fa male: “Non mi importa non poter più vedere gli alberi, la natura, è non vedere i miei figli crescere a farmi male. Quando mi dicono: “Che bella tua figlia”, “Com’è diventato tuo figlio”, mi prende un magone”.

Lo spirito battagliero e la voglia di non arrendersi sono certamente caratteristiche tipiche di una come Annalisa Minetti, evidenti nell’impegno che mette nello sport, che ha rappresentato un’ancora a cui aggrapparsi nei momenti più difficili: “Non vedo, ma il mio corpo ha fatto di più di quello che si poteva immaginare – ha sottolineato – Non vedo, però sento, tocco, vivo. Quando corro e nuoto mi dimentico di tutto. Fare sport è come allenarsi a vivere. Lo sport è il mio psicologo, il mezzo per non impazzire vivendo nel buio e con cui ritrovo il mio equilibrio”

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