La ong Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto in cui documenta le sistematiche violenze della guardia di frontiera dell’Arabia Saudita verso i migranti, soprattutto etiopi provenienti dallo Yemen.

Nel rapporto, che copre un periodo di 15 mesi, da marzo del 2022 a giugno del 2023, si parla di violenze che passano da sparatorie occasionali a uccisioni diffuse e sistematiche, roghi, stupri di gruppo e torture.

Ci hanno sparato addosso ripetutamente. Ho visto persone uccise in un modo che non avrei mai immaginato. Ho visto 30 persone uccise sul posto. Mi sono spinta sotto una roccia e ho dormito lì. Mi sono resa conto che quelle che pensavo fossero persone che dormivano intorno a me erano in realtà cadaveri”, ha dichiarato nel rapporto una giovane migrante, Hamdiya, 14 anni.

Dieci intervistati hanno stimato che in 11 tentativi di attraversamento con un totale di 1.278 migranti, hanno visto uccidere o hanno stimato almeno 655 morti. In uno di questi incidenti, un sopravvissuto ha spiegato che del suo gruppo di 170 persone, “so che 90 persone sono state uccise, perché alcuni sono tornati in quel posto per raccogliere i cadaveri – hanno contato circa 90 cadaveri”.

Quella dallo Yemen alla frontiera dell’Arabia Saudita è nota per essere una delle rotte migratorie più pericolose del mondo: già in passato, infatti, sono stati riportati molti episodi di violenze.

Il rapporto è basato su decine di interviste di migranti che hanno raggiunto il confine tra Yemen e Arabia Saudita, e su centinaia di foto e video.

La guardia di frontiera araba ha commesso crimini soprattutto contro i migranti etiopi, in arrivo dallo Yemen. Gli etiopi, infatti, rappresentano secondo il rapporto oltre il 90% dei migranti che passano la frontiera, spinti da vari motivi come la povertà, il problema della siccità e le persecuzioni legate ai conflitti etnici.

Nel rapporto si stima che il numero di migranti uccisi nell’arco dei 15 mesi documentati siano almeno nell’ordine delle centinaia: su 3.442 persone che avrebbero attraversato il confine, infatti, ci sarebbero stati centinaia di morti per ogni attraversamento.

Human Rights Watch chiede all’Arabia Saudita di revocareimmediatamente e urgentemente qualsiasi politica, esplicita o de facto, di uso deliberato della forza letale contro i migranti”, compreso l’uso di armi esplosive e attacchi a distanza ravvicinata, e dovrebbe “indagare con urgenza e disciplinare o perseguire in modo appropriato il personale di sicurezza responsabile di abusi, tra cui uccisioni illegali, ferimenti e torture al confine con lo Yemen”.

Nel rapporto si suggerisce anche che dovrebbe essere avviata un’indagine sostenuta dalle Nazioni Unite sulle uccisioni e gli abusi contro i migranti e i richiedenti asilo al confine tra Yemen e Arabia Saudita.

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