Ariana Sutton suicida a 36 anni nove giorni dopo avere dato alla luce due gemelli

La donna soffriva di depressione post partum, problema che aveva già avuto poco dopo la nascita della sua primogenita e che l'aveva portata ad assumere anti-depressivi, sospesi nel corso della seconda gravidanza.

Ariana Sutton si è tolta la vita il 31 maggio 2023 nella sua casa di Norton, 40 miglia a sud-ovest di Boston, negli Stati Uniti, a soli 36 anni. La donna, che era già mamma di una bambina di quattro anni, aveva dato alla luce solo nove giorni prima due gemelli, Rowan e  Everly.

A spingerla a compiere l’estremo gesto, come rivelato dai suoi familiari più cari, è stata la depressione post partum, problema di cui lei aveva sofferto anche in occasione della nascita della sua primogenita, Melody Ki, al punto tale da rivolgersi in più occasioni alle cure del pronto soccorso. Sia lei sia l’uomo con cui era sposata, Tyler, un ufficiale di polizia, temevano che l’episodio potesse presentarsi nuovamente, proprio per questo avevano chiesto ai medici alcuni medicinali da poter utilizzare in caso di necessità. Anzi, i dottori avevano dato loro anche consigli utili su come agire per cercare di alleviare il disturbo.

La giovane mamma, come riferito dall’uomo, assumeva degli antidepressivi, che aveva però abbandonato nel momento in cui aveva scoperto di essere di nuovo incinta temendo che potessero danneggiare i feti. Angela Bianco, specialista in medicina materno-fetale presso il Mount Sinai Health System, ha riferito a Today.com di non ritenere necessario ridurre gradualmente i farmaci, inclusi gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), durante la gravidanza.

Questa volta, però, lo stato di malessere di Ariana Sutton è peggiorato in breve tempo, impedendo a chi le era vicino di aiutarla. L’uomo, che ora dovrà crescere i loro figli da solo, non riesce a darsi pace: “Non pensavo che sarebbe successo così in fretta – sono state le sue parole a Boston News 25 – Lei amava essere una mamma. Era la sua cosa preferita al mondo e la sua morte non ha niente a che fare con i bambini. Se avesse potuto, sarebbe rimasta”.

Ora Sutton desidera poter fare qualcosa di tangibile per aiutare le donne come Ariana che soffrono di depressione post partum e che temono di non riuscire a superarla. A suo dire, sono tante le persone che non sanno riconoscere i sintomi, proprio per questo si tende a ritardare l’inizio delle cure e di una terapia specifica: “Quando abbiamo affrontato per la prima volta la depressione post partum, eravamo all’oscuro di tutto. Non eravamo preparati. Non siamo stati avvertiti”.

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