Un bambino di 9 anni, Alfie Steele, è stato trovato senza vita il 18 febbraio 2021 nella sua casa a Droitwich, nel Regno Unito, dopo avere subito ripetute punizioni aberranti da parte della madre, Carla Scott, 35 anni, e del suo compagno, Dirk Howell, 41 anni.

Secondo quanto emerso, il bimbo veniva immerso nudo in acqua fredda, costretto a stare ore fuori nel corso della notte, mentre in alcuni casi i due lo spingevano a gettarsi addosso da solo l’acqua fredda. A questo venivano poi aggiunte in più occasioni “percosse con cinture o altre forme di punizione“.

Nel corso del processo, iniziato martedì 2 maggio 2023 a Coventry, ai danni della coppia, che deve difendersi dall’accusa di omicidio, la procuratrice Michelle Heeley KC, ha espresso tutto il suo sdegno per quanto accaduto: “Alfie Steele ha dovuto sopportare tutto quello che non dovrebbe mai accadere a un bambino – sono state le sue parole – È stato deliberatamente e ripetutamente aggredito, picchiato, tenuto immerso in acqua fredda come punizione. Questa condotta illegale, questa punizione non necessaria, è stata eseguita congiuntamente da Carla Scott e Dirk Howell”.

Scott ha avuto il figlio da una precedente relazione, durante la quale erano già stati coinvolti i servizi sociali. I due si erano lasciati nel 2017, nel luglio del 2019 la donna ha iniziato a frequentare Howell e pochi mesi dopo si sono fidanzati. Secondo quanto sottolineato da Heeley, anche i vicini avevano manifestato preoccupazione per quanto avveniva in quella casa e ne avevano parlato alle autorità.

La procuratrice ha così condannato gravemente l’operato di Scott e Howell: “Dirk Howell credeva nella disciplina, che in linea di massima non è un’idea così negativa quando si devono crescere dei bambini – ha sottolineato – Questo potrebbe includere, ad esempio, il dare orari fissi per andare a dormire, ma per lui consisteva in ben altro. I vicini hanno detto di avere visto un bambino fuori casa che implorava chiedendo di entrare, ma entrambi si rifiutavano di farlo. Howell è stato visto urlare e imprecare per strada”.

A fermare il loro modo di agire non è bastato nemmeno l’intervento dei servizi sociali, coinvolti nuovamente, che hanno vietato all’uomo di restare in casa nel corso della notte. “La coppia ha violato questa misura intenzionalmente e continuamente. Carla Scott sapeva chiaramente come lui si comportava, ma gli ha permesso comunque di restare“, ha sottolineato ancora Heeley.

È stata la donna a chiamare il giorno della morte il 999, affermando che il bambino si era “addormentato nella vasca da bagno“, sottolineando di averlo trovato sott’acqua dopo che aveva sbattuto la testa. La polizia ha però notato subito che “Alfie era freddo al tatto“. Era impossibile non notare alcuni segni che facevano pensare a ben altro: “Il bambino non è morto per cause naturali, aveva lividi su tutto il corpo e segni che era stato privato dell’ossigeno” ha sottolineato ancora la procuratrice. In tutto presentava circa 50 ferite.

Scott ha rivelato di non avere visto il compagno nei due giorni precedenti alla morte del bimbo, ma un agente di polizia lo avrebbe individuato in una strada vicina all’abitazione dopo la chiamata al 999. Anzi, secondo l’accusa sarebbe rimasto a dormire anche quella notte. L’uomo è stato arrestato mentre stava cercando di salire su un treno alla stazione di Droitwich. La procuratrice ha così rivolto un interrogativo alla giuria: “Cosa stavano tentando di nascondere? La loro colpa. Sapevano quello che avevano fatto, per questo Howell d’istinto ha cercato di scappare“.

Ai giurati è stato riferito che Howell ha ammesso di avere avuto atti di crudeltà contro altri bambini, ma nega di essere coinvolto nell’omicidio o di avere fatto qualcosa che ha causato la morte di Alfie Steele.

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