Auguri di morte al figlio di Theo Hernandez sotto la foto del primo compleanno: la bestialità degli hater

Il difensore milanista ha ricevuto commenti agghiaccianti rivolti al figlio di un anno, raccogliendo la solidarietà di molti colleghi ma soprattutto dei tifosi, che si sono immediatamente dissociati da quanto scritto dagli haters.

Theo Hernandez e le immagini pubblicate su Instagram in compagnia del figlio sono diventate oggetto di scherno e insulti da parte di alcuni haters, che hanno commentato in maniera orribile il post in cui il giocatore del Milan faceva gli auguri per il suo primo anno al piccolo Theo Junior, avuto dalla compagna Zoe Cristofoli.

Tanti auguri amore mio, papà ti ama tanto, 1 anno.

Poco dopo la condivisione delle foto, infatti, il terzino rossonero si è visto arrivare persino commenti che auguravano la morte al bambino.

Durante la disputa della partita Milan Napoli di Champions League, alcuni atteggiamenti di Theo Hernandez non sono stati digeriti dalla sponda più estrema dei tifosi campani, che hanno sfruttato l’occasione come pretesto per spargere una vera e propria shitstorm mediatica sul calciatore milanista.

Chiaramente, chi ha scritto questo genere di commenti non può minimamente essere chiamato “tifoso”, e infatti molti dei supporters della squadra partenopea hanno tenuto a dissociarsi immediatamente e a esprimere la propria solidarietà al giocatore. “Mi dissocio da ogni commento offensivo, soprattutto se verso un bambino poi”, hanno infatti scritto alcuni utenti.

A dare sostegno a Theo Hernandez anche il compagno di squadra Rafa Leão: “Purtroppo i social network sono uno strumento che molti pensano di poter utilizzare per dire quello che vogliono. Non è successo niente fratello, Dio è sempre con la tua famiglia”, ha scritto su Twitter.

Anche il Pescara si è schierato con Theo Hernandez, condannando la violenza e i comportamenti d’odio diffusi dai tifosi della squadra avversaria:

Condannare qualsiasi frase offensiva o irrispettosa nei confronti di un giocatore (a prescindere dalla maglia indossata) dovrebbe trovarci tutti d’accordo. Eppure, a giudicare dai commenti, non è così. Si cerca, a tutti i costi, il pretesto per non stigmatizzare tali comportamenti e per alimentare l’odio. E non vogliamo darvi questo spazio.

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