Zoe Cristofoli, lo sfogo dopo la rapina in casa: "Pistola alla testa, mio figlio strappato via"

L'influencer si è sfogata sui social raccontando quanto accaduto a ottobre: la paura è stata tanta, soprattutto per la violenza usata dai ladri, anche in presenza di un bambino di pochi mesi.

Vedere la propria casa violata da estranei, specialmente se ci si rende conto che sono disposti a tutto anche in presenza di un bambino non può che essere traumatizzante. Questo è quanto ha vissuto a ottobre 2022 Zoe Cristofoli, vittima di una rapina nell’abitazione di Cassano Magnago (Varese), dove si era da poco trasferita insieme al compagno Theo Hernandez e al loro figlio, Theo jr., che allora aveva solo sei mesi.

Ora che un episodio simile si è verificato presso l’abitazione di Roby Facchinetti lei non può non fare un salto indietro nel tempo e ricordare un fatto che l’ha segnata in maniera indelebile. Il calciatore non era presente ed è anche per questo che lei si è sentita ancora più vulnerabile.

“Ancora una volta la stessa storia. Dopo mesi nessuna novità. Mi sveglio e ogni giorno notizie identiche – questo l’inizio dello sfogo dell’influencer tramite il suo profilo social -. Stesse dinamiche, stesse bande, stessi animali… Lavori una vita, compri cose in modo pulito e poi ti entrano in casa mentre ceni o mentre esci dal cancello… Ti picchiano e ti spaventano quasi a morte, toccano tuo figlio, ti rubano tutto quello hai… ti portano via la voglia, la serenità di vivere”.

Zoe Cristofoli
Fonte: Instagram @zoe_cristofoli

Il suo racconto diventa così via via sempre più dettagliato e porta alla luce anche dettagli sui malviventi che finora non erano noti: “Ebbene oggi parlo io. Sono stufa di vivere in un Paese dove, capisco, siamo oberati di casi, di queste situazioni, ma si può vivere così? Nella speranza che qualcuno faccia qualcosa? E intanto questa gente vive e campa nel nostro Paese allegra e spensierata… Perché vi assicuro parlavano italiano meglio di me ma non erano per nulla italiani (parlavano poi nella loro lingua). E quindi mi chiedo a chi mi dovrei rivolgere per avere giustizia? E non parlo di quello che hanno portato via, quello mi frega poco… Ma una c… di giustizia dov’è?”.

A sconcertare maggiormente Zoe Cristofoli è stata la violenza usata dai ladri, che non si sono posti alcuno scrupolo: “Quella sera mi sono ritrovata una pistola alla testa… No so le botte che ho preso… calci, pugni e schiaffi in faccia. Hanno cercato di soffocarmi con le mani… Mio figlio tirato dalle braccia… Tirata per aria dai capelli, 3 uomini contro di me. Pronto soccorso, 20 giorni a letto, nessun rimborso assicurativo perché insomma ti devono prendere per il c… pure le assicurazioni. Nessun giornale ha approfondito perché era una ‘semplice rapina’, sapete ormai queste cose sono normali, non ci si può fare nulla, succedono. Fanno il boom con la notizia e poi ciao, grazie e arrivederci. Danno colpa alle persone vicino a te e dicono è colpa tua te la sei cercata”.

A quel punto lei sottolinea quanto la tutela nei confronti dei cittadini sia ancora troppo scarsa: “Eh già, quella sera arrivati i Carabinieri hanno guardato se qualcuno era gravemente ferito, per fortuna niente sangue… quindi dai vabbè non è successo nulla. Perché si muovesse qualcosa doveva scappare il morto? E poi è colpa tua che vivi, lavori, stai bene. Allora sei stronzo e te lo meriti. Parliamo di gente armata. Non solo pistole, ma è possibile tutto ciò? Gente straniera che vive qui e lavora qui, ve lo assicuro, per parlare così bene italiano. Sapere termini che nemmeno userei. E voi non fate un c… per proteggerci e tutelarci! Giustizia. Non per me per noi ma per tutti gli italiani. Che devono vivere nella paura anche di girare per strada sereni anche in Duomo a Milano. Perché qualcuno ti potrebbe strappare la borsa dalle mani. L’orologio. I soldi dal bancomat. I sacchetti del negozio dove hai appena comprato. Magari a fatica con il tuo stipendio, dove poi paghi valanghe di tasse…”.

Il suo auspicio è che possano aumentare i controlli, in modo tale che tutti possano sentirsi più sicuri: “Ci tengo a precisare che non ho nulla contro gli stranieri, sia nati sia che arrivano qui per trovare una situazione migliore. Anche il padre di mio figlio è italiano. Se c’è una pista, almeno seguirla. Non sono una scrittrice. Ho scritto solo la verità. Ho scritto in un momento di rabbia… rabbia che mi perseguita ogni giorno” – ha concluso Zoe Cristofoli.

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